LA
COLLINA DEI PAPAVERI
Gli
ingredienti ci sono tutti: l’incanto dei colori, la cura per il
dettaglio, i disegni bellissimi e cromaticamente gioiosi, personaggi
delicati, positivi, ma intensi e ben tratteggiati, la voglia di
crescere e di migliorarsi, risvolti romantici, emozioni, momenti
poetici e qualche sorriso…
Ma
il film non decolla: è lento, con poco ritmo, il montaggio piatto e
la storia troppo diluita.
Un
peccato.
Alla
regia non c’è Hayao Miyazaki, ormai sempre più lontano dalla produzione attiva, ma il figlio
Goro. E si vede.
Più
realista del padre, fa qualche concessione al melodramma, ma nessuna
alla fantasia, all’immaginario… I protagonisti sono giovanissimi,
ma sembrano piccoli adulti: seri, rispettosi, compunti. Si cimentano
in ogni impresa con il massimo impegno.
La
sceneggiatura è del Maestro, e si vede pure quello, così come la
perizia grafica è quella tipica dello studio Ghibli…
Però,
però…
Però
non si può che rimpiangere “La Città Incantata”, o “Laputa”,
o “Il Castello Errante di Howl”, o “La Principessa Mononoke”…
Un
film assai grazioso, nel complesso, e con tanti pregi… Ma così
ricco di potenzialità frustrate che, davvero, non si può che
concludere: una magnifica occasione sprecata!
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