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martedì 14 maggio 2013

Un inno alla natura...


ECHO
di Terry Moore



Mi è piaciuto.

E' diverso da “Strangers in Paradise” (attualmente la graphic novel più importante di quest'autore, nonché una delle più meravigliose del panorama mondiale): la trama è più lineare, si svolge in un'unità temporale meno ampia, il numero di personaggi è ridotto.

I momenti di introspezione non mancano, e sono belli, ben distribuiti: tuttavia ci sono meno spazi per autoanalizzarsi, meno silenzi da ascoltare, meno intimismo: l'azione, qui, è preponderante. Incalza, urge. A volte comanda.

Il montaggio è perfetto, come sempre nelle opere di questo autore, i tempi narrativi sono ben calibrati, i disegni espressivi al massimo: un solo sguardo contiene sentimenti, pensieri, concetti...

Regia eccellente, dialoghi realistici, credibili, ironici q.b., ma anche capaci di rendere ciò che non si può dire...

E la storia... La storia è interessante: un'applicazione di quanto può accadere se la scienza viene usata per gli scopi sbagliati. Più in potenza che in pratica, oltre un certo punto: nel senso che il piano ipotetico è sempre più funesto della realtà narrativa, in cui pure vengono ventilate continuamente conseguenze peggiori.

L'opera sa di denuncia sociale: tocca sia l'ambito scientifico, sia quello economico, politico e militare. Ma è anche relativa, più genericamente, alla natura umana, che critica aspramente e di cui però, contestualmente, esalta la bellezza.

Senza pedanteria, senza retorica. Senza troppa verbosità.

Non tutti sono cinici, avidi e senza scrupoli, c'è anche chi conserva alti ideali e vuole solo aiutare il prossimo.

Il ritmo è serrato, climax e anticlimax si alternano... Non è fantascienza: i richiami non mancano, ma ci sono ammiccamenti alla spy-story, e a tratti viene da pensare ad un action, ad un mystery, mentre l'atmosfera è un po' cospiratoria.

Soprattutto c'è un percorso, alla base, una riflessione. Scandita con citazioni di grandi scienziati (ma non solo) ad ogni inizio capitolo, e mostrata “empiricamente” con le vicissitudini di Julie, Dillon, Ivy... Personaggi profondi, dotati di spessore, di cui intuiamo, più o meno dettagliatamente, i retroscena familiari e caratteriali, a significarci che i nostri protagonisti sono persone, innanzitutto.

Echo, però, è anche “ecologia”, “ecosistema”... Un inno alla natura, come sottolineano i frequenti e bellissimi paesaggi che non puoi non “sentirti” dentro, proprio perché ti rendi conto, date le premesse narrative, di quanto sia facile distruggerli.

Un'opera notevole, davvero.

Qualche mistero rimane, alla fin fine: Caino, la scatola di Julie... Ma va bene così. Anzi, è meglio.

P.S.

Per i fan di “Strangers in Paradise” segnalo una sorpresa verso gli ultimi capitoli.

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