ECHO
di Terry Moore
Mi
è piaciuto.
E'
diverso da “Strangers in Paradise” (attualmente la graphic novel
più importante di quest'autore, nonché una delle più meravigliose
del panorama mondiale): la trama è più lineare, si svolge in
un'unità temporale meno ampia, il numero di personaggi è ridotto.
I
momenti di introspezione non mancano, e sono belli, ben distribuiti:
tuttavia ci sono meno spazi per autoanalizzarsi, meno silenzi da
ascoltare, meno intimismo: l'azione, qui, è preponderante. Incalza,
urge. A volte comanda.
Il
montaggio è perfetto, come sempre nelle opere di questo autore, i
tempi narrativi sono ben calibrati, i disegni espressivi al massimo:
un solo sguardo contiene sentimenti, pensieri, concetti...
Regia
eccellente, dialoghi realistici, credibili, ironici q.b., ma anche
capaci di rendere ciò che non si può dire...
E
la storia... La storia è interessante: un'applicazione di quanto può
accadere se la scienza viene usata per gli scopi sbagliati. Più in
potenza che in pratica, oltre un certo punto: nel senso che il piano
ipotetico è sempre più funesto della realtà narrativa, in cui pure
vengono ventilate continuamente conseguenze peggiori.
L'opera
sa di denuncia sociale: tocca sia l'ambito scientifico, sia quello
economico, politico e militare. Ma è anche relativa, più
genericamente, alla natura umana, che critica aspramente e di cui
però, contestualmente, esalta la bellezza.
Senza
pedanteria, senza retorica. Senza troppa verbosità.
Non
tutti sono cinici, avidi e senza scrupoli, c'è anche chi conserva
alti ideali e vuole solo aiutare il prossimo.
Il
ritmo è serrato, climax e anticlimax si alternano... Non è
fantascienza: i richiami non mancano, ma ci sono ammiccamenti alla
spy-story, e a tratti viene da pensare ad un action, ad un
mystery, mentre l'atmosfera è un po' cospiratoria.
Soprattutto
c'è un percorso, alla base, una riflessione. Scandita con citazioni
di grandi scienziati (ma non solo) ad ogni inizio capitolo, e
mostrata “empiricamente” con le vicissitudini di Julie, Dillon,
Ivy... Personaggi profondi, dotati di spessore, di cui intuiamo, più
o meno dettagliatamente, i retroscena familiari e caratteriali, a
significarci che i nostri protagonisti sono persone, innanzitutto.
Echo,
però, è anche “ecologia”, “ecosistema”... Un inno alla
natura, come sottolineano i frequenti e bellissimi paesaggi che non
puoi non “sentirti” dentro, proprio perché ti rendi conto, date
le premesse narrative, di quanto sia facile distruggerli.
Un'opera
notevole, davvero.
Qualche
mistero rimane, alla fin fine: Caino, la scatola di Julie... Ma va
bene così. Anzi, è meglio.
P.S.
Per
i fan di “Strangers in Paradise” segnalo una sorpresa verso gli
ultimi capitoli.
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