IL
DITTATORE
Satirico,
eversivo, demonizza l’America e demolisce i suoi valori, ma anche
il razzismo, la misoginia, l'Islam, e quant'altro può venire in
mente, attraverso il personaggio di Sacha
Baron Cohen,
Aladeen, il dittatore di un immaginario stato africano, idiota quanto
crudele ed egocentrico, che racchiude in sé la summa delle
caratteristiche di tutti i dittatori della storia.
La
pellicola tocca temi importanti, ma lo fa divertendo (e
divertendosi), senza freni inibitori, senza “correttezza politica”,
scandalizzando e stupendo lo spettatore, ammiccando, distorcendo,
esagerando, e a volte (negli sketch più riusciti) sfociando
nell'assurdo, nel surreale… Ma con un po’ più di buon gusto
rispetto al volgarissimo e a volte disturbante (in senso schifido)
“Borat” e allo spesso eccessivo “Brüno”
(che però in certi passaggi rasenta la genialità)... Più moderato
nella forma, ma non negli intenti critici, forse con una lieve patina
hollywoodiana...
Del
resto, questo è proprio un film, non un fanta-documentario: vanta
una trama simpatica (che fa persino qualche concessione alla
stucchevolezza) e fa ridere davvero, con intelligenza e arguzia
(anche se al contempo ti si contorcono le budella perché non puoi
dimenticare che, per quanto estremizzati e ridicolizzati, quasi tutti
i contenuti delle gags corrispondono a verità dolorose e irrisolte),
limitando – per fortuna e per quanto possibile – l’uso
dell’umorismo fecale (e ascellare, ancora più disgustoso)...
Oltre
a Baron Cohen – protagonista assoluto e indiscusso – il Cast
sfoggia un insolito Ben Kingsley e una quasi irriconoscibile Anna
Faris (cui il taglio corto e scuro dona assai di più del biondo da
svampita), e una serie di buffi e inaspettati camei (Megan Fox,
Edward Norton)...
Una
pellicola traboccante di trovate feroci e spassose, che ammiccano al
demenziale, ma che intanto mordono, ironizzano e mettono il mondo in
discussione.
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