NOS
JOURS HEUREUX
di Eric Toledano
di Eric Toledano
(“Primi
amori, primi vizi, primi baci”)
Non
fatevi ingannare dall'imbarazzante titolo italiano – che quando il
film è uscito nelle sale, nel 2006 (o 2007?), mi ha costretta ad
evitare i cinema come la peste –... Sarebbe un errore, perché
trattasi di una piccola leccornia, ingiustamente ignorata (credo,
proprio a causa degli scriteriati traduttori)!
Non
è un capolavoro, va bene, ma resta una di quelle pellicole per tutta
la famiglia che sempre è bello rivedere insieme e che ti lasciano
qualcosa di dolce e prezioso... Che continui a riassaporare con
delizia e che senz'altro ti mettono di buon umore, anche in un giorno
di pioggia...
La
trama è semplicissima: un eterogeneo gruppo di adolescenti e bambini
va in campeggio e, tra mille problemi che col tempo si risolvono da
soli e disavventure tragicomiche, affrontano le loro prime esperienze
a base di pianti e risate, alla scoperta degli altri e di sé stessi.
E questo non vale solo per i ragazzini, ma anche per gli animatori,
adulti che a volte sono più infantili dei piccoli, tragicamente
inadeguati al loro ruolo. Tutti, però, si divertono un sacco!
Il
film vanta una fantastica varietà di personaggi assolutamente
sorprendenti (il mio prediletto è Timoty, il dodicenne belga, ma
anche Caroline, l'animatrice timida, è uno spettacolo assurdo!),
inclusi quelli che di primo acchito non si presentano benissimo...
Un
film delicato, onesto, spontaneo. Tenero, ma privo di melensaggini o
stucchevolezze. Spassoso – in qualche punto davvero da sbellicarsi
–, ma senza demenzialità fini a sé stesse o volgarità gratuite.
Una
bella commedia, con poche pretese, ma dai risvolti spesso
inaspettati. Brillante, divertente, genuina, in cui tutto finisce
bene, anche se non proprio nel modo che ci si sarebbe immaginati.
Lascia
un po' di nostalgia, magari, in coerenza con il titolo francese (i
nostri giorni felici), specie se si è tra i fortunati che al campo
estivo almeno una volta ci sono stati davvero, come probabilmente è
accaduto al sig. Toledano... che prima ti fa vivere questa
straordinaria esperienza “da dentro”, come partecipante, e poi,
nell'ultima scena, passati gli anni, ti porta invece ad osservarla
“da fuori”, come qualcosa che è passato e non potrà più
tornare, e da cui, ormai, sei irrimediabilmente escluso. Perché sei
cresciuto, sei responsabile, sei un genitore. Sigh!
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