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domenica 12 maggio 2013

La migliore, direi, nel panorama letterario italiano...


MARGARET MAZZANTINI

(photo by IL CIRCOLO DEI LETTORI)

Un'autrice unica, dallo stile incredibile e gastrico, duro, che ti scava dentro provocandoti ferite e solchi indelebili.

La sola che mentre scrive ha degli orgasmi multipli (l'ho deciso io) perché non può che essere così vista la disperata passione di cui si nutrono le sue frasi, la sua sintassi, le sue trame.

Persino la scelta dei vocaboli colpisce: parole colte, termini tecnici, accostati con disinvoltura a lemmi gergali che però, così abbinati, si ridefiniscono acquistando nuovi significati e valori inediti.

Mentre scrive la Mazzantini ti pianta le unghie nella schiena e ti bacia il collo con dolcezza. Ti accarezza e ti morde, beve il tuo sangue, ti ama. E ti lascia esausto, col respiro mozzato.

Appagato, distrutto. Un po' crocifisso.

E' magnifica.

I suoi capolavori restano “Non ti muovere” e “Venuto al mondo”, che ti lacerano e affamano, arricchendoti, e che divori in un attimo, mentre ne sei a tua volta divorato.

Stupendi. Due vicende intense, autentiche, dolorose, che vivi in prima persona, volente o nolente, anche se neppure sai di che cosa si parli. “Venuto al mondo”, in particolare, riserva un pazzesco colpo di scena finale, che ti atterra e sconvolge, ma che conferisce a tutta la narrazione una patina di realismo in più, e una profondità diversa, cruenta, ma sotto certi aspetti rasserenante, in totale contrasto con l'interpretazione che non potevi dare al testo prima di decifrarlo nella sua interezza.

In quanto alle altre opere letterarie della Mazzantini...

“Manola” è più leggero, ironico, spiritoso, ma non mi ha entusiasmata (non so perché, ma patisco i riferimenti all'irsutismo!) e a tratti mi ha quasi infastidita, se pure nel complesso è un romanzo carino; “Il catino di zinco” mi è piaciuto, ma senza emozionarmi come i due successi principali, mentre “Mare al mattino” vanta uno spunto interessante, con un paragone molto efficace alla base. Risulta gradevole, a dispetto del tema trattato. Ma forse si consuma troppo in fretta e non mi ha conquistata.

“Nessuno si salva da solo”, infine, ha una struttura interessante, la storia di tutte le coppie in crisi, se vogliamo, ma non ti resta dentro. Non ti prende fino in fondo, e una volta terminato, fai presto a dimenticarlo.

La scrittura però è sempre la sua, più acerba, magari, ne “Il catino di zinco” sua opera prima, dai toni più sommessi, forse, ne “Il mare al mattino”, ma nel complesso un motivo valido, anche da solo, per scoprire anche le opere meno famose di questa meravigliosa scrittrice, la migliore, direi, nel panorama letterario italiano. Maschi compresi.

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