CARLOS
RUIZ ZAFÓN
Uno
scrittore potente, romantico, capace di incantare, di creare
atmosfere magiche, altamente suggestive, ricche di descrizioni
intense e pregne di bellezza, di riverberi, di luci e di ombre, con
qualche sfumatura macabra o inquietante.
Zafón
sa costruire trame complesse, accattivanti, un po' barocche, in cui
abbondano misteri, intrighi, e segreti oscuri.
I
suoi personaggi sono sempre molto caratterizzati, pronti per
affascinare e per suscitare sentimenti forti, nel bene e nel male...
Bellissimi o bruttissimi, e dal cuore gonfio di passione, e, talvolta
di rimpianto, di nostalgia, di dolore.
Le
ambientazioni sono dettagliate, e sembra di respirare la stessa aria
dei protagonisti, perché i luoghi vengono colti nella loro essenza
più viva e ti entrano dentro (Barcellona, soprattutto) diventando
parte di te.
Lo
stile è poetico, ma molto scorrevole, attento alla scelta di
vocaboli evocativi.
Insomma,
tanti pregi... ma anche tanti difetti.
Credo
di aver letto tutti i suoi romanzi tradotti in Italia, e posso
affermare che in quanto a tematiche quest'autore si rinnova poco
(chissà perché quest'ossessione per le “creature meccaniche”?)...
Il
punto di partenza è sempre interessante, ma quasi sempre va alla
deriva: la storia si perde e diventa inverosimile... I personaggi
sono quasi tutti eccessivi: troppo buoni, troppo malvagi, troppo
consumati dall'odio: sembrano tagliati con il coltello e non
risultano credibili, apparendo quasi delle caricature.
Anzi,
a confrontarli complessivamente, considerando i vari romanzi, sono
tutti uguali, una dozzina di “tipi” che si ripetono, neanche si
trattasse di maschere da indossare.
Indubbiamente,
esaminando le sue opere in ordine cronologico, dalla prima all'ultima
scritta, si notano rilevanti miglioramenti ed infatti i suoi lavori
più riusciti (che qui sono arrivati per primi) sono gli ultimi. Ma
non per questo esenti da difetti.
Intendiamoci,
le caratteristiche positive mantengono comunque viva la tua
attenzione fino alla fine, e ti invogliano a continuare, a finire...
Le trame sono coinvolgenti, e tu ti senti quasi da subito
completamente assorbito, rapito, affascinato...
Solo
che a volte, dopo che hai terminato il libro, non ti resta granché,
salvo la sensazione di essere stato ingannato, deluso...
Alcuni
sono davvero scontati, tanto che fanno pensare a delle operazioni
commerciali. Allo stesso tempo, però, la scrittura sembra così
sofferta in certi punti, e Zafón
pare così tanto metterci l'anima, che forse si tratta solo di
limiti...
In
effetti, credo che la forza di questo autore sia anche la sua maggior
debolezza: sentire tutto con lo spirito e l'innocenza di un
ragazzino che si sta affacciando per la prima volta all'amore e alla
sofferenza e che vede ogni cosa in termini assoluti, senza grigi...
Questo può spiegare la meraviglia, il senso di stupore, e di
bellezza, ma anche l'inverosimiglianza di tante trame e dei
personaggi...
I
più belli (ma sempre con riserva) per me sono: “L'ombra del vento”
e “Il gioco dell'angelo”, collegati fra loro.
I
più deludenti (e adolescenziali), sia pur piacevoli: “Il principe
della nebbia”, “Marina”, “Il Palazzo della Mezzanotte”, “Le
luci di settembre”.
A
metà “Il prigioniero del cielo”.
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