LE
DODICI DOMANDE
di Vikas Swarup
Ovvero
il romanzo che ha ispirato il “The Millionaire”
cinematografico... Ma un'esperienza non preclude l'altra perché,
anche se la trama nelle sue linee generali rimane la stessa, le
differenze tra pellicola e libro sono così tante e così
significative, che il consiglio è di provarle entrambe. Sebbene...
Il film è splendido, incalzante, appassionante... Ma il libro... Il
libro è uno dei più belli, avvincenti, e profondi che abbia mai
letto (e se non l'ho inserito nel post dedicato alle mie preferenze è
solo perché sul momento l'avevo dimenticato – e chissà quanti
altri...–)!!! Più autentico, più onesto, più ricco... Ti
permette di affacciarti su un mondo incredibile e pieno di
contraddizioni, quello dell'India: un coacervo di religioni in
equilibrio precario – come nel nome del protagonista, Ram Mohamed
Thomas (altroché Jamal!) –, di contrasti, di colori, di vivacità,
in cui la più sublime bellezza si affianca a brutture senza fondo,
avviluppandoti nelle sue trame, nelle sue vie, senza lasciarti più
andare.
E
il tutto senza retorica o fini didascalici, ma con spontaneità e
vigore, con grazia, con gentilezza, quasi senza che tu te ne accorga.
La
trama è nota: uno spiantato cameriere, orfano e senza istruzione,
vince il telequiz “Chi vuol essere miliardario?” aggiudicandosi
un miliardo di rupie.
Naturalmente
viene accusato di avere imbrogliato, ma il nostro eroe saprà
giustificare ogni risposta attingendo alla sua vita – così densa
di avventure, complessa e variegata, nonostante la sua giovane età –
che, evidentemente, lo ha arricchito più di un corso di Laurea.
Complice, certo, una buona dose di fortuna, che ha fatto in modo che
gli venissero rivolte proprio le domande giuste...
Ripercorriamo,
dunque, l'esistenza di Ram (o Mohamed, o Thomas, a seconda della
situazione) seguendo l'ordine delle domande del quiz, balzando quindi
da un periodo all'altro, dalla giovinezza all'infanzia, senza
rispettare la cronologia, e quindi cogliendo riferimenti al passato o
al futuro, ma senza capirli del tutto. Non subito. Ci incuriosiamo,
però. Vogliamo sapere.
E
ogni tassello si incastra, ogni motivo ritorna, spesso inaspettato,
ma perfettamente coerente (chi è l'avvocato che decide di aiutare
Ram ad uscire dalla sgradevole e pericolosa situazione in cui si
trova, atteso che, tanto per cominciare, il sistema della polizia per
estorcergli una confessione è la tortura? Per quale motivo Ram vuole
partecipare al telequiz? Vincere non gli interessa...).
Il
libro racchiude tematiche amare, dolorose, ma non è un drammone
incentrato sul patetismo: piuttosto è ironico, spiritoso, schietto e
frizzante, con frequenti punte di comicità. Spesso ti spiazza, ti
sconcerta. In molti passaggi è commovente, ma non in modo forzato, e
i toni sono quasi sempre stemperati o ribaltati nella scena
successiva.
Davvero,
un cocktail riuscitissimo! E anche il protagonista: l'amico che tutti
vorrebbero avere! Candido e ingenuo, ma astuto; ottimista e generoso,
ma vendicativo, e capace di odi assoluti e fortemente radicati;
orgoglioso, ma umile. Leale, allegro, sempre pieno di risorse e di
sorprese.
In
una parola: fortissimo!
Anche a me il film è piaciuto molto ma non posso fare il paragone con il libro che invece non ho letto.
RispondiEliminaSi può facilmente rimediare... :)
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