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sabato 4 maggio 2013

Ram Mohamed Thomas (altroché Jamal!)


LE DODICI DOMANDE
di Vikas Swarup

 
Ovvero il romanzo che ha ispirato il “The Millionaire” cinematografico... Ma un'esperienza non preclude l'altra perché, anche se la trama nelle sue linee generali rimane la stessa, le differenze tra pellicola e libro sono così tante e così significative, che il consiglio è di provarle entrambe. Sebbene... Il film è splendido, incalzante, appassionante... Ma il libro... Il libro è uno dei più belli, avvincenti, e profondi che abbia mai letto (e se non l'ho inserito nel post dedicato alle mie preferenze è solo perché sul momento l'avevo dimenticato – e chissà quanti altri...–)!!! Più autentico, più onesto, più ricco... Ti permette di affacciarti su un mondo incredibile e pieno di contraddizioni, quello dell'India: un coacervo di religioni in equilibrio precario – come nel nome del protagonista, Ram Mohamed Thomas (altroché Jamal!) –, di contrasti, di colori, di vivacità, in cui la più sublime bellezza si affianca a brutture senza fondo, avviluppandoti nelle sue trame, nelle sue vie, senza lasciarti più andare.

E il tutto senza retorica o fini didascalici, ma con spontaneità e vigore, con grazia, con gentilezza, quasi senza che tu te ne accorga.

La trama è nota: uno spiantato cameriere, orfano e senza istruzione, vince il telequiz “Chi vuol essere miliardario?” aggiudicandosi un miliardo di rupie.

Naturalmente viene accusato di avere imbrogliato, ma il nostro eroe saprà giustificare ogni risposta attingendo alla sua vita – così densa di avventure, complessa e variegata, nonostante la sua giovane età – che, evidentemente, lo ha arricchito più di un corso di Laurea. Complice, certo, una buona dose di fortuna, che ha fatto in modo che gli venissero rivolte proprio le domande giuste...

Ripercorriamo, dunque, l'esistenza di Ram (o Mohamed, o Thomas, a seconda della situazione) seguendo l'ordine delle domande del quiz, balzando quindi da un periodo all'altro, dalla giovinezza all'infanzia, senza rispettare la cronologia, e quindi cogliendo riferimenti al passato o al futuro, ma senza capirli del tutto. Non subito. Ci incuriosiamo, però. Vogliamo sapere.

E ogni tassello si incastra, ogni motivo ritorna, spesso inaspettato, ma perfettamente coerente (chi è l'avvocato che decide di aiutare Ram ad uscire dalla sgradevole e pericolosa situazione in cui si trova, atteso che, tanto per cominciare, il sistema della polizia per estorcergli una confessione è la tortura? Per quale motivo Ram vuole partecipare al telequiz? Vincere non gli interessa...).

Il libro racchiude tematiche amare, dolorose, ma non è un drammone incentrato sul patetismo: piuttosto è ironico, spiritoso, schietto e frizzante, con frequenti punte di comicità. Spesso ti spiazza, ti sconcerta. In molti passaggi è commovente, ma non in modo forzato, e i toni sono quasi sempre stemperati o ribaltati nella scena successiva.

Davvero, un cocktail riuscitissimo! E anche il protagonista: l'amico che tutti vorrebbero avere! Candido e ingenuo, ma astuto; ottimista e generoso, ma vendicativo, e capace di odi assoluti e fortemente radicati; orgoglioso, ma umile. Leale, allegro, sempre pieno di risorse e di sorprese.

In una parola: fortissimo!

2 commenti:

  1. Anche a me il film è piaciuto molto ma non posso fare il paragone con il libro che invece non ho letto.

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  2. Si può facilmente rimediare... :)

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