STORIA
DELLA BELLEZZA
di Umberto Eco
Bellezza
nella sua accezione più vasta, non solo estetica.
Della
natura, della donna, dell'arte.
Ma
anche di Dio.
Non
un romanzo, ma un saggio.
In
un'edizione splendida, molto curata, corredata da moltissime
immagini, e impreziosita con testimonianze significative e
variegate..
Un
percorso attraverso i secoli, i pensieri, e le opere, che hanno
definito la bellezza, spesso in modo contraddittorio e conflittuale.
Sovente
ribaltandone i canoni, gli schemi, i caratteri...
Completo
ed esaustivo, ma lungi dall'essere pedante, risulta invece
avvincente, coinvolgente ed esaltante.
Perché
ci avvicina all'assoluto, all'arte, alla poesia.
Perché
è poesia esso stesso.
Senz'altro
è un'opera intellettuale. Colta.
Raffinata.
Ma
non si esaurisce in questo, perché reca in sé anche qualcosa di
profondamente passionale, di sensuale. E in qualche punto arriva
persino ad emozionare.
A
“cantarti” dentro.
Vibra,
si impenna. Ti colma.
Lo
senti, come quando sei innamorato.
Eppure
non basta ancora.
Perché
racchiude altresì qualcosa di segreto, di spirituale.
Di
mistico.
Che
ti avvicina all'Assoluto. Che per un istante ti permette di toccarlo.
Probabilmente
non c'è nulla in questo libro che non sappiamo già, eppure è
utilissimo perché ci aiuta a mette ordine nei nostri stessi
pensieri, nel nostro sentire, a rintracciare angolazioni e
prospettive, riflessioni, che sono parte di noi, ma di cui prima non
avevamo la consapevolezza. Non così lucida e compiuta.
Non
così esatta.
Un
libro bello da leggere e da rileggere, e da sfogliare e sfogliare di
nuovo.
Ma
profondo. Penetrante.
Intenso.
Perché
in qualche modo ci rappresenta, a livello culturale, artistico, ma
anche intimo, umano: in quanto individui e in quanto specie..
Di
complemento a quest'opera, e sempre di Eco, “Storia della
bruttezza” (più vario, più curioso, più imprevedibile, più
fantasioso. E sicuramente interessante e sbalorditivo. Però non mi
ha elevato allo stesso modo del “gemello”... per quanto sia
comunque irrinunciabile) e “La vertigine della lista” (certamente
interessante e suggestivo, ma anni luce meno rispetto ai primi due.
Più didascalico, meno innovativo, e – per forza di cose – più...
ripetitivo. Anche se, sì... la vertigine si sente).
Secondo me nonostante gli sforzi di artisti, poeti o altro non è possibile definire la bellezza ... è come un'emozione ... con sfumature diverse per tutti
RispondiEliminaMa è proprio questo il bello, no? L'indagine del punto di vista...
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