PADDY
CLARKE AH AH AH!
di Roddy Doyle
Io
adoro questo tipo di romanzi! Quelli in cui non è un adulto che
scrive (a prescindere dall'età), ma un bambino, che ci mostra la sua
quotidianità, i suoi amici, la scuola, e i suoi candidi e bellissimi
modi di ragionare, riportandoci all'infanzia, rifacendocela vivere
attraverso i suoi occhi, che sono un po' anche i nostri (poco importa
che noi non avessimo dieci anni nel 1968 e che non siamo
irlandesi)... Crudeli, a volte. Ma così logici ed esatti! Così
ingenui e genuini!
E
qui, in questo romanzo senza trama, fatto di pensieri che si
aggregano e che ci commuovono e divertono, il bambino è autentico,
puro, senza artifici.
Allegro,
dispettoso, scanzonato, dotato di senso dell'umorismo e bramoso di
avventure...
Paddy
non racconta esattamente una storia, non ci sono un vero inizio ed
una vera fine: si poteva cominciare dopo e concludere più tardi...
Piuttosto ti offre un periodo della sua vita, in cui non va proprio
tutto bene, e in cui anzi le cose tendono a peggiorare, a
guastarsi... soprattutto in casa, dove papà e mamma litigano di
continuo. Fa ridere e fa sorridere, ma ad un tratto il romanzo assume
una piega amara.
Paddy
se ne accorge, ma senza capirlo davvero: perché non è ancora
corrotto, perché il mondo per lui è bello e interessante, e le cose
semplicemente vanno così, senza tante spiegazioni.
Quindi
lo accetta.
Ma
si fa domande.
Senza
retorica, però, perché i suoi non sono gli interrogativi che si
porrebbe un adulto.
Ma
Paddy sta crescendo, e nel farlo si rende conto che non sempre ad
aspettarlo c'è la felicità.
Scritto
benissimo, con semplicità e scorrevolezza, ti conquista subito per
la sua immediatezza e godibilità.
E
poi ti rimane dentro, indefinibile, come qualcosa di speciale, a cui
vorresti ritornare, anche se sai che ormai è finito.
Per
anni ho inseguito questo libro negli altri romanzi di Doyle, che mi
hanno intrattenuto, emozionata, e divertita. Ma mai con la freschezza
e il coinvolgimento di questa piccola perla.
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