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venerdì 28 giugno 2013

Non è un pornazzo senza trama...


LOST GIRLS – RAGAZZE PERDUTE
di Alan Moore


Ovvero l'Alice di Lewis Carroll (quella che ha visitato il Paese delle Meraviglie), la Dorothy di Baum (a suo tempo ospite del Mondo di Oz), e la Wendy di J. M. Barrie (reduce dell'Isola-che-non-c'è e amica di Peter Pan), che qui, nel 1913, si incontrano, ormai adulte, e rievocano il passato in uno splendido albergo di lusso nel cuore dell'Europa, lontane da tutto, salvo che dai ricordi, all'ombra della ormai imminente Prima Guerra Mondiale.

Il passato che ci confessano, però, tra finzioni e memoria, fremiti e pulsioni carnali, è assai diverso da quello che ci è sempre stato narrato, sconvolgente e disturbante, fatto di abusi e di iniziazioni sessuali, che arricchisce enormemente le protagoniste sul piano psicologico, donando loro ombre e sfumature, significati nuovi, tensioni fisiche e cicatrici, facendole diventare vive e vere, affamate, fortemente sententi, libere e senza freni.

Alan Moore è un genio e riesce nell'impresa impossibile di trasformare personaggi forgiati “col il materiale di cui sono fatti i sogni” in donne di carne, con tutto ciò che vi sta in mezzo.

E che implica e sottende.

E che finisce per dotarle di anima.

Quest'opera, infatti, nonostante la forte carica erotica, lontana da qualsiasi remora o inibizione (spesso sfiora il pornografico, e, a volte, può persino risultare fastidiosa), totalmente e straordinariamente libera, intima, anche sul piano mentale, non si esaurisce in questo, ed anzi va molto oltre, toccando corde interiori profonde e rivelandosi complessa ed intellettuale.

L'esperienza sessuale, dunque, è solo un mezzo per scoprirsi ed arrivare a se stessi, al proprio inconscio, e rappresenta lo svicolarsi dai condizionamenti esterni, dalle sovrastrutture, dalle regole sociali. O dai limiti che talvolta ci autoimponiamo, per via dell'ambiente o delle circostanze, senza magari neppure sapere perché.

L'opera, poi, è resa ancora più interessante e multiforme grazie al fatto che, in perfetta aderenza alle opere letterarie di cui sono protagoniste, le nostre tre eroine sono diverse per età ed estrazione sociale, offrendoci così una moltitudine di confronti e sfaccettature.

In quanto ai disegni, nella fattispecie affidati a Melinda Gebbie... di solito li trascuro, privilegiando la trama, ma nel contesto attuale ci aiutano a dare all'opera la giusta prospettiva, e sono più poetici che descrittivi. Lungi dall'indulgere su particolari morbosi, risultano infatti quasi favolistici, a tratti persino volutamente algidi. Non sensuali, quindi, ma freddi e rigidi.

Perché non è un pornazzo senza trama quello che stiamo leggendo, ma un'opera colta, raffinata, dai molteplici piani di lettura, e traboccante di citazioni e rimandi artistici e letterari.

Un capolavoro unico, sperimentale ed innovativo, facile da fraintendere, difficile da capire.

Incredibile da leggere.

Da noi è stato pubblicato in tre volumi dalla Magic Press.

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