LOST
GIRLS – RAGAZZE PERDUTE
di Alan Moore
Ovvero
l'Alice di Lewis Carroll (quella che ha visitato il Paese delle
Meraviglie), la Dorothy di Baum (a suo tempo ospite del Mondo di Oz),
e la Wendy di J. M. Barrie (reduce dell'Isola-che-non-c'è e amica di
Peter Pan), che qui, nel 1913, si incontrano, ormai adulte, e
rievocano il passato in uno splendido albergo di lusso nel cuore
dell'Europa, lontane da tutto, salvo che dai ricordi, all'ombra della
ormai imminente Prima Guerra Mondiale.
Il
passato che ci confessano, però, tra finzioni e memoria, fremiti e
pulsioni carnali, è assai diverso da quello che ci è sempre stato
narrato, sconvolgente e disturbante, fatto di abusi e di iniziazioni
sessuali, che arricchisce enormemente le protagoniste sul piano
psicologico, donando loro ombre e sfumature, significati nuovi,
tensioni fisiche e cicatrici, facendole diventare vive e vere,
affamate, fortemente sententi, libere e senza freni.
Alan
Moore è un genio e riesce nell'impresa impossibile di trasformare
personaggi forgiati “col il materiale di cui sono fatti i sogni”
in donne di carne, con tutto ciò che vi sta in mezzo.
E
che implica e sottende.
E
che finisce per dotarle di anima.
Quest'opera,
infatti, nonostante la forte carica erotica, lontana da qualsiasi
remora o inibizione (spesso sfiora il pornografico, e, a volte, può
persino risultare fastidiosa), totalmente e straordinariamente
libera, intima, anche sul piano mentale, non si esaurisce in questo,
ed anzi va molto oltre, toccando corde interiori profonde e
rivelandosi complessa ed intellettuale.
L'esperienza
sessuale, dunque, è solo un mezzo per scoprirsi ed arrivare a se
stessi, al proprio inconscio, e rappresenta lo svicolarsi dai
condizionamenti esterni, dalle sovrastrutture, dalle regole sociali.
O dai limiti che talvolta ci autoimponiamo, per via dell'ambiente o
delle circostanze, senza magari neppure sapere perché.
L'opera,
poi, è resa ancora più interessante e multiforme grazie al fatto
che, in perfetta aderenza alle opere letterarie di cui sono
protagoniste, le nostre tre eroine sono diverse per età ed
estrazione sociale, offrendoci così una moltitudine di confronti e
sfaccettature.
In
quanto ai disegni, nella fattispecie affidati a Melinda Gebbie... di
solito li trascuro, privilegiando la trama, ma nel contesto attuale
ci aiutano a dare all'opera la giusta prospettiva, e sono più
poetici che descrittivi. Lungi dall'indulgere su particolari morbosi,
risultano infatti quasi favolistici, a tratti persino volutamente
algidi. Non sensuali, quindi, ma freddi e rigidi.
Perché
non è un pornazzo senza trama quello che stiamo leggendo, ma
un'opera colta, raffinata, dai molteplici piani di lettura, e
traboccante di citazioni e rimandi artistici e letterari.
Un
capolavoro unico, sperimentale ed innovativo, facile da fraintendere,
difficile da capire.
Incredibile
da leggere.
Da
noi è stato pubblicato in tre volumi dalla Magic Press.
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