LE
CENERI DI ANGELA
di Frank McCourt
La
storia di un’infanzia, quella dell’autore, ma un’infanzia di
quelle dure, tragiche, all’insegna della miseria e della povertà…
Anzi, un’infanzia “irlandese e cattolica” che è ancora peggio,
come ci spiega la voce dello scrittore. Anche se lui, l’Irlanda, la
ama da morire, nonostante l'umidità e i preti boriosi, per quanto
aneli l’America, che offre più possibilità, più occasioni… Un
romanzo autobiografico, dunque, che si sviluppa negli
anni
’30
e racconta i
travagli della famiglia McCourt, tra fratellini che muoiono nei primi
anni di vita, il padre alcolizzato e sognatore (che al lettore non
può che venir voglia di prendere a sberle), e l’acqua zuccherata
in sostituzione di un pasto, ma in cui, comunque, ci si vuole bene lo
stesso, si raccontano i miti dell’Irlanda, e ci si stringe tutti
insieme sotto le coperte...
Un
romanzo doloroso, dunque, forte (a tratti una colica renale), ma
estremamente sincero e… divertente! Sì, perché il piccolo
Frankie, che ci narra le sue avventure in prima persona, è un tipo
ironico e autoironico, estremamente pratico e disincantato, ed al
contempo, come tutti i bambini, straordinariamente innocente ed
ottimista.
Quindi
tira avanti, nonostante tutto, e così la sua famiglia (la Angela del
titolo è la mamma), tra bassi e ancora più bassi… ma sempre con
forza d’animo e allegria, laddove altri non avrebbero potuto che
soccombere, e, sovente, con accenti grotteschi e un po' truci, tanto
è il disinganno con cui vengono affrontate la fame e la morte...
Scritto
con l’anima e tanta onestà, ti commuove e ti appassiona, e, in
qualche punto, ti fa sbellicare dalle risate, rendendoti più
consapevole del mondo e delle sue difficoltà, impedendoti di dare la
felicità per scontata…
Benché
le prime righe siano magistrali, quest’opera non mi ha presa da
subito… Indubbiamente si legge volentieri, ma è solo quando ti
affezioni ai personaggi e, soprattutto, quando anche tu impari a
tollerare il succedersi delle loro disgrazie, ad accettarle, e
persino a riderci su, che non riesci più a staccartene. E ciò
benché spesso i fatti si ripetano, o peggiorino, o si facciano più
neri. E ciò benché tu sappia che quello che stai leggendo è
sostanzialmente vero.
Di
questo autore ho letto anche “Hey, prof!”, sempre autobiografico,
ma relativo alla sua esperienza come insegnante nei licei
americani... Simpatico, carino, scorrevole, ma privo della verve,
dell'autenticità, e della bellezza de “Le ceneri di Angela”.
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