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mercoledì 5 giugno 2013

Un romanzo doloroso, dunque, forte...


LE CENERI DI ANGELA
di Frank McCourt





La storia di un’infanzia, quella dell’autore, ma un’infanzia di quelle dure, tragiche, all’insegna della miseria e della povertà… Anzi, un’infanzia “irlandese e cattolica” che è ancora peggio, come ci spiega la voce dello scrittore. Anche se lui, l’Irlanda, la ama da morire, nonostante l'umidità e i preti boriosi, per quanto aneli l’America, che offre più possibilità, più occasioni… Un romanzo autobiografico, dunque, che si sviluppa negli anni ’30 e racconta i travagli della famiglia McCourt, tra fratellini che muoiono nei primi anni di vita, il padre alcolizzato e sognatore (che al lettore non può che venir voglia di prendere a sberle), e l’acqua zuccherata in sostituzione di un pasto, ma in cui, comunque, ci si vuole bene lo stesso, si raccontano i miti dell’Irlanda, e ci si stringe tutti insieme sotto le coperte...

Un romanzo doloroso, dunque, forte (a tratti una colica renale), ma estremamente sincero e… divertente! Sì, perché il piccolo Frankie, che ci narra le sue avventure in prima persona, è un tipo ironico e autoironico, estremamente pratico e disincantato, ed al contempo, come tutti i bambini, straordinariamente innocente ed ottimista.

Quindi tira avanti, nonostante tutto, e così la sua famiglia (la Angela del titolo è la mamma), tra bassi e ancora più bassi… ma sempre con forza d’animo e allegria, laddove altri non avrebbero potuto che soccombere, e, sovente, con accenti grotteschi e un po' truci, tanto è il disinganno con cui vengono affrontate la fame e la morte...

Scritto con l’anima e tanta onestà, ti commuove e ti appassiona, e, in qualche punto, ti fa sbellicare dalle risate, rendendoti più consapevole del mondo e delle sue difficoltà, impedendoti di dare la felicità per scontata…

Benché le prime righe siano magistrali, quest’opera non mi ha presa da subito… Indubbiamente si legge volentieri, ma è solo quando ti affezioni ai personaggi e, soprattutto, quando anche tu impari a tollerare il succedersi delle loro disgrazie, ad accettarle, e persino a riderci su, che non riesci più a staccartene. E ciò benché spesso i fatti si ripetano, o peggiorino, o si facciano più neri. E ciò benché tu sappia che quello che stai leggendo è sostanzialmente vero.

Di questo autore ho letto anche “Hey, prof!”, sempre autobiografico, ma relativo alla sua esperienza come insegnante nei licei americani... Simpatico, carino, scorrevole, ma privo della verve, dell'autenticità, e della bellezza de “Le ceneri di Angela”.

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