Se ti è piaciuto il mio blog


web

giovedì 27 giugno 2013

Non ti traumatizza, ma ti apre la mente...


DONNIE DARKO





Donnie Darko, un adolescente intelligente e profondo, probabilmente affetto da schizofrenia, scampa ad un incidente mortale avvenuto nella sua camera da letto, grazie ad un episodio di sonnambulismo. Il reattore di un aereo è infatti precipitato dal cielo sfondando il tetto di casa sua e distruggendogli la stanza. Peccato che non risulti mancare a nessun aereo.

Donnie, dal canto suo, ha sognato Frankie, un ragazzo vestito con un costume da coniglio antropomorfo dall'aria terrorizzante, che lo informa che tra circa 28 giorni finirà il mondo.


Una trama ambigua, sfaccettata, pluridimensionale, malinconica, e a tratti spaventosa, che supera i confini dello spazio e del tempo per ricostruirsi in più piani di lettura.

Non ti traumatizza, ma ti apre la mente e ci infila così tante cose, che devi rivedere tutto da capo più volte, prima di cominciare a coglierne i significati e le stratificazioni. Che però intuisci da subito e, anche se in principio ti restano dentro come qualcosa di irrisolto, di incompiuto, ne percepisci immediatamente la bellezza e lo spessore, e ne vuoi di più e ancora, e ci ritorni, e ci mediti. E alla fine, ragionandoci, arrivi alla comprensione, al dunque, al quid. Ma non sei che al primo passo. Perché c'è molto altro oltre a questo e l'interpretazione non è mai solo una.

Eppure il film non è puro intelletto, perché ti avvince anche emotivamente, ti porta ad amare il suo protagonista e persino molti personaggi di contorno, che comunque non ti risultano mai indifferenti e che non sono mai semplici pedine del gioco del regista.

Ma è un gioco quello del regista? O è molto di più?

Principi fisici, suggestioni esoteriche, e riflessioni filosofiche si fondono svolgendo un teorema bizzarro, che lungi dall'avere un sapore scolastico, ti arriva dritto al cuore e ti dà una scossa al cervello.

Perché non ci si limita a speculazioni teoriche, ma si affronta il tema della morte e del suo significare, del destino e delle risonanze della vita. Senza retorica, senza sproloqui, senza drammi inutili. Solo scoprendoli, a poco a poco, attraverso il mistero del loro dipanarsi e incombere.

E anche se ci sono immagini che ci lasciano perplessi, ad una prima visione, o che non cogliamo nella loro interezza o nelle loro ripercussioni, c'è comunque un piano narrativo che possiamo seguire con facilità e da cui farci coinvolgere – alimentato da casualità non casuali che si rincorrono, sogni, visioni, e da provocazioni talvolta solo sussurrate – che risulta ancora più ammaliante nelle sue sfumature inespresse.

Un capolavoro e un cult.

P.S.

Del film esiste un seguito, S. Darko, incentrato sulla sorellina di Donnie, che, per quanto suggestivo in certi suoi echi, è purtroppo assolutamente trascurabile.

Per usare un eufemismo.

Nessun commento:

Posta un commento