LA
MENNULARA
di Simonetta Agnello Hornby
Siamo
in Sicilia, negli anni ’60.
Il
Romanzo si apre con la morte della protagonista, Maria Rosaria
Inzerillo, detta “la Mennulara” poiché in gioventù si era
adoperata come raccoglitrice di mandorle.
Poi
è diventata domestica della famiglia Alfallipe di cui ha
amministrato il patrimonio, ma non solo… Perché si tratta di una
donna misteriosa, piena di segreti, riservata ma coraggiosa, con un
particolare senso dell’umorismo e della giustizia.
Una
donna capace di suscitare sentimenti contrastanti, semplice quanto
complessa, dura e appassionata, di cui a poco a poco, tramite
flashback ben orchestrati, scopriamo le risorse, le cicatrici, le
intenzioni… E che non finisce mai di stupirci, che ammiriamo e che
ci affascina… Benché non sia bellissima, né colta, seppur a suo
modo lo sia… Ma soprattutto che è dura, fiera, onesta,
intelligente, volitiva, enigmatica e fedele a se stessa.
Uno
splendido ritratto di donna, quindi, delineato a piccoli brani,
tramite frammenti e punti di vista divergenti, ma anche uno spaccato
sulla realtà della Sicilia del passato, con tutte le sue
contraddizioni e sfumature…
Un
romanzo avvincente, polifonico, aspro, ma con un retrogusto
dolcissimo…
Una
storia di sottomissione e di riscatto, di obbedienza e devozione, di
principi ben radicati e di dedizione assoluta…
E
poi uno sguardo sulla famiglia Alfallipe, misera nella sua “nobiltà”,
volgare e squallidamente avida, senza creanza (riuscitissima, se pur
quasi macchiettistica, la scena della posta), che stride, quasi, al
confronto con la sua meravigliosa e discreta domestica…
Scritto
con sapori dimenticati, con atmosfere spoglie ma dense di incanti,
originale e forte, eppure, delicatissimo.
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