PALUDOLANDIA
Ossia
uno dei pochi disegni “made in Ottamondo” che, anziché essere
ispirati ad un dipinto, prendono spunto da una cartolina… Credo che
nella fattispecie ritraesse un paesaggio scozzese, ma non ci
giurerei: era di Chiccachu, ed è da tipo mille anni che ignoro dove
sia finita (“Paludolandia” risale ai tempi dell’Università).
Probabile
che lo ignori anche lei…
Purtroppo
nella copia a colori che mon amour ha scannerizzato è stato tagliato
qualche mostricino sul margine e in basso, e l’originale si è
comunque un po’ spiegazzato in fase di lavorazione: ecco perché i
più attenti noteranno una riga diagonale sulla destra, assolutamente
priva di significato… Uno degli inconvenienti cui si può incappare
colorando con le stupide matite!
Di
norma prediligo i pennarelli (ho una scatola che si chiama
“Fibracolor” e che io definisco magica, perché essendo a base di
acqua permette sfumature e ripensamenti), ma per una palude non
volevo toni troppo brillanti, per cui i pastelli mi parevano più
azzeccati: così smorti e malaticci.
Paludolandia
è una terra inquietante dove i mostri possono decidere di
assaggiarti. Magari si accontentano di un pezzettino picculo, ma è
facile che sia un pezzetto importante e che ti serva (una narice, ad
esempio, o un po’ di fronte)... Peccato!
Ma
senz’altro era buono e gustoso…
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