GLI
INCIPIT DEL MIO PERFIDO MARITO
Alcune
caratteristiche del mio consorte mi lasciano davvero perplessa: una è
la sua mania per gli incipit.
Inizi
di libri, insomma (romanzi, saggi, fumetti, dissertazioni
paranoiche...).
Anche
lui, come me, ha velleità di scrittura, ed è piuttosto prolifico,
oltreché discretamente talentuoso (meglio non incoraggiare troppo la
concorrenza ;)), ma dopo aver stilato la prima pagina del suo nuovo
capolavoro, passa ad altro e lo lascia incompiuto.
Scrive
il principio, sceglie il titolo, la copertina... e poi bon.
Passa
ad altro.
E
mi lascia lì.
Appesa,
a bocca asciutta.
Con
qualche incarto di caramella e nessuna rassicurazione.
Ciò
è assai frustrante, anzichennò.
Soprattutto
perché le manciate di righe che mi concede in pasto come lettrice
sono di solito decisamente buone e fanno davvero venire voglia di
scoprire di più... ma dietro ci sono solo pagine bianche... E poi un
altro incipit.
Ignoro
quanti ne abbia accumulati fino ad ora, ma sono senz'altro più di
una decina.
Non
so che intenzioni abbia, forse fare un libro di incipit... forse una
sorta di “Se una notte d'inverno un viaggiatore”, alla Calvino...
Di
solito le mogli sono le ultime ad essere informate.
Però,
per Natale, vorrei tanto una “pagina 2”.
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