IL
LABIRINTO DEL FAUNO
(2006)
L'inizio
è lento, lentissimo, ma affascina e crea atmosfera, ti culla e
acquista ritmo, fino a inghiottirti...
Sullo
sfondo della dittatura franchista, un film immaginifico e visionario,
altamente drammatico, fatato e magico, a metà tra horror e fantasy,
con una fine rassicurante che al contempo non la è per nulla.
Spaventa
e incanta, in certi momenti è brutale, denota una immaginazione
trionfante e innovativa (chi le ha mai viste le fate interpretate
così?), poesia, sensibilità, e gusto per il simbolismo e
l'allegoria.
Realtà
e fantasia si confondono, ricomponendosi in una dimensione nuova e
non del tutto definibile, che sempre conserva un margine di dubbio e
uno di scetticismo.
Ci
sono prepotenze ed efferatezze, quelle vere, quelle storiche,
contrapposte l'idealismo e il coraggio, e poi quelle domestiche,
contro una bambina di dodici anni, innocente, pura, incontaminata,
che può solo rifugiarsi nei sogni e nelle fiabe.
Solo
che anche quelle, a volte, sono crudeli, perché, loro malgrado,
riflettono il mondo e su di esso si ripercuotono.
Guillermo
del Toro supera se stesso, senza riuscire più ad eguagliarsi.
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