I
BORGIA
di Alejandro Jodorowsky e Milo Manara
Una
graphic novel in quattro volumi, molto (moltissimo) sensuale, con
tocchi di calda perversione e di passioni repentine e irrefrenabili
(qui si sente più Jodorowsky che Manara) assolute, totali, ma pronte
a mutare con il soffio del vento...
Intendiamoci,
non ci sono solo orge raffinate e tragiche mutilazioni, sebbene gli
eccessi vengano spesso esasperati, e non senza un certo
autocompiacimento, ma anche una trama avvincente, reinterpretazioni
storiche gustose (e calcatissime), guest star del calibro di
Machiavelli e Leonardo Da Vinci, e sangue, sangue che bolle.
Sì,
neanche violenza e splatter mancano.
Il
soggetto è noto, la scandalosa è ambiziosa famiglia Borgia, la sua
ascesa e il suo tracollo, la sua carnalità. In prima facie si può
essere rapiti dalla bellezza dei disegni (Manara al suo meglio), ma è
la storia (o la Storia?) a conquistare davvero, a dare sostanza ai
sipari di estro inventivo. Ma si badi, senza pretese educative:
trattasi sì di fumetto d'autore, ma che nella fattispecie vuole
soprattutto appassionare, sconvolgere e intrattenere. Ma, in fondo,
perché no? I Borgia sono così.
I
primi due volumi sono davvero una meraviglia, però, chissà perché,
ad un certo punto il ritmo accelera, e i fatti si susseguono con una
velocità eccessiva, laddove, invece, sarebbe stato preferibile
soffermarsi maggiormente sui vari sviluppi e colpi di scena.
L'impressione è quella di sentirsi un po' travolti, un po'
frastornati, con troppi fatti che si sommano e avvengono tutti
insieme.
Pazienza,
si ama lo stesso.
Però,
attenzione: no stomaci deboli, no puritani, no bigotti.
E
neanche anime candide e delicate.
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