LA
SCOMPARSA DI PATO’
di
Andrea Camilleri
Come
talvolta accade nei romanzi di Camilleri, si procede per frammenti
alternati, per documenti accorpati (un articolo di giornale, una
lettera, un rapporto di servizio...), che, uno accanto all'altro,
creano una storia, delineano un mistero, e, in molti punti, un
genuino e comicissimo effetto ironico, divertito, ma pungente.
Siamo
a Vigàta, in Sicilia, 1890, lo stimatissimo Ragionier
Patò è inspiegabilmente scomparso dopo aver interpretato Giuda
nella recita locale... Sarà vivo? Sarà morto? Dov'è finito? E'
necessario ricostruire il tutto, ritrovare il disperso e una
motivazione...
E
mentre lo si fa, inevitabilmente, emergono contraddizioni di paese e
segreti imbarazzanti, contrasti di personalità, omertà, e assurdità
legate al potere.
Niente
dialetto (be', ogni tanto in qualche testimonianza), niente
Montalbano... Ma quanta freschezza! Quanto divertimento! E quanti
font, e stili, e sorprese!
Un
giallo fuori dagli schemi, che forse proprio giallo non è, ma che
indubbiamente incuriosisce e coinvolge, divenendo sempre più
incalzante man mano ci si abitua al modo di raccontare.
I
personaggi, poi, sono straordinariamente umani, a tratti
squisitamente buffi, macchiettistici, le vicende – attualissime –
ingarbugliate, ma in perfetto equilibrio fra loro, fino ad arrivare
alla soluzione, che però... Ops! Taccio.
Il
finale, comunque, è davvero gustoso.
Nessun commento:
Posta un commento