THE
VILLAGE
(2004)
Dopo
questo film, il colore rosso non ti sembrerà più lo stesso: avrai
voglia di fuggirlo, di cancellarlo, di sbiadirlo... Perché il rosso
è il colore del male! Eppure, proprio per questo, non potrai che
amarlo ancora di più...
La
verità è che a me di M. Night Shyamalan piace tutto, inclusi il
sottovalutato “E venne il giorno” e il criticatissimo “L'ultimo
dominatore dell'aria”, ma apprezzo “The Village” in modo
particolare: utopia e idealismo che divengono superstizione e
menzogna, nonostante le buone intenzioni alla base, e infine limite,
prigionia, ristrettezza. Positivo ed emozionante, misurato, ma
magnetico, dalle molteplici screziature e dal cast eccellente, che si
fregia di attori di calibro anche per i ruoli minori.
Un
film sorprendente e d'atmosfera, percorso dal senso del mistero e
dalla minaccia dell'ignoto, pauroso – in modo sottile, quasi
subdolo –, ma con grazia, con delicatezza e, soprattutto, con
arguzia.
Non
un horror, come era stato detto, ma un ottimo thriller psicologico
che porta a riflettere su questioni quali: “Che cos'è il male?”,
“Che cos'è la paura?”, “Da che cosa dipende?”, e “Come si
può superarla?”.
Le
risposte in questa pellicola sono implicite, ma chiare. In
particolare quella all'ultima domanda, che ci viene mostrata
attraverso il coraggio e la determinazione della protagonista, una
ragazza giovane e cieca, che nulla conosce del mondo: la paura si
supera con l'amore.
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