ALESSANDRO
BARICCO
Credo
di
aver letto tutto di lui, compreso il saggio musicale su Rossini e
“L'anima
di Hegel e le mucche del Wisconsin”
. Ho amato più di tutti “Oceano mare” e “Castelli di rabbia”,
ma forse il più bello, quello meglio costruito, il più coerente, è
“Seta” (magari dico così perché è il solo di cui davvero
ricordo la trama). Le sue ultime pubblicazioni, “Mr Gwyn”, “Tre
volte all'alba”,
“Emmaus”... etc., mi entusiasmano meno, mi sembrano sempre più
vuote di contenuti, ma pazienza.
Diciamo
la verità: spesso gli incipit sono suggestivi, i personaggi
interessanti (all'inizio), ma la trama si perde in se stessa, nel
proprio autocompiacimento, nel proprio manierismo narrativo senza
sbocchi che diviene gongolante autocompiacimento.
Invero,
addirittura, talvolta la trama quasi non c'è, è più un pretesto
per costruire scene, per permettere all'autore di mostrare quanto è
bravo. A se stesso, si ha l'impressione, più che al suo pubblico. I
personaggi sono nomi, atteggiamenti. Ombre.
Ho
dei conoscenti che mi hanno confessato di tirare i libri di Baricco
contro il muro per spregio. Di trovarli irritanti, stupidi, fini a se
stessi. E quando Andrea De Carlo in “Villa Metaphora” fa
lamentare il personaggio di Tiziana Cobanni per l'insulso e sterile
libercolo alla moda che le ha regalato la figlia, ho proprio
l'impressione che si alluda al buon Alessandro...
E
quindi? E' davvero così terribile?
Può
darsi, ma io lo adoro... Perché, sarà davvero l'equivalente
letterario di un presuntuoso, vanesio, pieno di sé, però,
misericordia, scrive da Dio!
Ha
il culto per il vocabolo, per la parola, e la capacità di scegliere
sempre quella esatta. L'unica. Quella che ti accoltella. O che ti
permette di assaporare ogni frase come se fosse un dolce squisito, di
coglierne l'aroma fruttato e l'intensità, di titillarti il palato
con il suo retrogusto...
E'
vero, di per sé questo non dovrebbe bastare, ma i suoi romanzi sono
piccoli, brevi, e per quanto mi guarda, anche quando la loro
consistenza è nulla, sono un piacere immenso. Più per le orecchie
che per il cuore, va bene, ma sempre piacere e sempre immenso.
Per
questo ho voluto anche i saggi, pure quando gli argomenti trattati
non mi interessavano.
Perché
a me Baricco fa davvero godere.
Perché
quelli che scrive non sono romanzi, ma poesia in prosa, perpetui inni
alla bellezza.
Se
leggessi solo quelli, forse, lo ammetto, mi sparerei... Ma visto che
leggo anche altro, aspetto fremente la sua prossima uscita.
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