INTERROGATIVE
MOOD
di Padgett Powell
Ossia
un libro fatto solo di domande.
Una
di fila all'altra, senza tregua.
Tante,
diversificate.
Banali
(ma che possono non esserlo a seconda di come le interpreti),
provocatorie, pruriginose, profonde, intelligenti, personali e non.
Alcune
destabilizzano.
Altre
aiutano a riflettere.
Altre
ancora ti lasciano lì, tra uno gnu e la critica kantiana.
Che
il libro – indiscutibilmente originalissimo e geniale – piaccia o
no dipende esclusivamente dal lettore, da quello che mette nelle
risposte, da come accoglie le domande.
E'
ironico e divertente, ma può irritare.
E'
surreale, improntato al paradosso, ma può avere risonanze
terribilmente serie e impegnative.
E'
colto e non lo è.
Non
si deve leggere troppo in fretta, né tutto di seguito, o il cervello
rischia un sovraccarico, però è estremamente interessante, perché
ti guida alla ricerca di te stesso, ti sprona, ti punzecchia. Ti
stimola e ti disturba.
Un
esempio?
Eccolo,
tratto direttamente dal volume:
“Le
tue emozioni sono pure? I tuoi nervi flessibili? Che rapporto hai con
le patate? Costantinopoli dovrebbe chiamarsi ancora così? Un cavallo
senza nome ti rende più o meno nervoso di uno che il nome ce l’ha?
Secondo te, i bambini hanno un buon odore? Se li avessi davanti a te
in questo momento, mangeresti salatini a forma di animale? Potresti
stenderti sul marciapiede e riposarti un po’? Volevi bene al padre
e alla madre, e i Salmi ti sono di conforto? Se finisci all’ultimo
posto in tutte le categorie, la cosa ti secca abbastanza da spingerti
a risalire? Ti suonano mai alla porta? Hai qualcosa sul gozzo? Un
novello Mendeleev ti potrebbe incasellare con precisione in una
tavola periodica delle identità, oppure ti ritroveresti un po’ in
tutti gli elementi? Quante flessioni consecutive riesci a fare?“
Pensi
che leggerai questo libro?
Penso proprio di no! Dalla descrizione sembra un libro assurdo. No grazie
RispondiEliminaLa bellezza di un libro può stare anche nella sua assurdità...
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