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venerdì 16 agosto 2013

Senza eccessi e senza fronzoli...


KEN FOLLETT

 
Un autore dalle qualità oscillanti, capace di regalarci emozionanti volumi di spionaggio come “La cruna dell'ago”; bellissimi e intensi romanzi storici, come “Una fortuna pericolosa” e lo stupendo “I Pilastri della Terra” (il mio preferito); trame discrete e avventurose di intrattenimento, piacevoli e non impegnative, come “Triplo” e “Un letto di leoni” (con qualche calo di tensione e troppo sesso gratuito); volumetti senza passione e senza pretese, ma ben strutturati, come “Scandalo Modigliani”; thriller contemporanei, a volte un po' fiacchi, come “Il Martello dell'Eden”; polpettoni commerciali e triti, come “Un luogo chiamato libertà”, coinvolgenti, certo, ma dai personaggi scontati che non fanno che imitare il Follett migliore replicando ricette già sperimentate.

A tratti sembra ispirato, e pare metterci l'anima, a volte, invece, sembra che debba più che altro rispettare il contratto con l'editore.

Follett ha un bello stile, sa costruire storie accattivanti e creare personaggi forti, con il coraggio di rialzarsi ogni volta che cadono, che si destreggiano, a seconda del genere di appartenenza, tra scene d'azione adrenaliniche, momenti epici, avversità e amori tormentati, su sfondi che variano, nei vari romanzi, per collocazione geografica e temporale.

Ma è da tanto che non leggo qualcosa di suo, dai tempi di “Mondo senza fine”, che non mi era dispiaciuto, ma non mi aveva nemmeno entusiasmata...

Follett scrive bene, è scorrevole, veloce, senza eccessi e senza fronzoli, comunica eleganza e praticità, ma tende a ripetersi, a ricalcare se stesso, ad applicare i medesimi stilemi, le stesse formule, troppe volte... Magari non con il tragico copia e incolla di Wilbur Smith, ed anzi impegnandosi a rinnovarsi e a esplorare più generi, ma per quanto mi riguarda, alla lunga mi ha un po' stancata.

Devo ammettere che, in generale, si legge sempre volentieri, ma ormai, al massimo, sento di potermici dedicare sul treno o sotto l'ombrellone... E magari la colpa è anche mia, perché quando l'ho scoperto, al Liceo, ho divorato tutto quello che ho trovato, ossessivamente, senza ritegno, finché non mi ha nauseata.

Amen.

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