KEN
FOLLETT
Un
autore dalle qualità oscillanti, capace di regalarci emozionanti
volumi di spionaggio come “La cruna dell'ago”; bellissimi e
intensi romanzi storici, come “Una fortuna pericolosa” e lo
stupendo “I Pilastri della Terra” (il mio preferito); trame
discrete e avventurose di intrattenimento, piacevoli e non
impegnative, come “Triplo” e “Un letto di leoni” (con qualche
calo di tensione e troppo sesso gratuito); volumetti senza passione e
senza pretese, ma ben strutturati, come “Scandalo Modigliani”;
thriller contemporanei, a volte un po' fiacchi, come “Il Martello
dell'Eden”; polpettoni commerciali e triti, come “Un luogo
chiamato libertà”, coinvolgenti, certo, ma dai personaggi scontati
che non fanno che imitare il Follett migliore replicando ricette già
sperimentate.
A
tratti sembra ispirato, e pare metterci l'anima, a volte, invece,
sembra che debba più che altro rispettare il contratto con
l'editore.
Follett
ha un bello stile, sa costruire storie accattivanti e creare
personaggi forti, con il coraggio di rialzarsi ogni volta che cadono,
che si destreggiano, a seconda del genere di appartenenza, tra scene
d'azione adrenaliniche, momenti epici, avversità e amori tormentati,
su sfondi che variano, nei vari romanzi, per collocazione geografica
e temporale.
Ma
è da tanto che non leggo qualcosa di suo, dai tempi di “Mondo
senza fine”, che non mi era dispiaciuto, ma non mi aveva nemmeno
entusiasmata...
Follett
scrive bene, è scorrevole, veloce, senza eccessi e senza fronzoli,
comunica eleganza e praticità, ma tende a ripetersi, a ricalcare se
stesso, ad applicare i medesimi stilemi, le stesse formule, troppe
volte... Magari non con il tragico copia e incolla di Wilbur Smith,
ed anzi impegnandosi a rinnovarsi e a esplorare più generi, ma per
quanto mi riguarda, alla lunga mi ha un po' stancata.
Devo
ammettere che, in generale, si legge sempre volentieri, ma ormai, al
massimo, sento di potermici dedicare sul treno o sotto
l'ombrellone... E magari la colpa è anche mia, perché quando l'ho
scoperto, al Liceo, ho divorato tutto quello che ho trovato,
ossessivamente, senza ritegno, finché non mi ha nauseata.
Amen.
Nessun commento:
Posta un commento