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mercoledì 28 agosto 2013

Navigatori impalamentofili...


L'INSOSTENIBILE FASCINO DELL'IMPALAMENTO

 
Eh, sì, secondo le statistiche il mio post più popolare è quello sul disgustoso “Cannibal Holocaust”, da settimane in pole position, e le indagini sui motori di ricerca rivelano che molti (dal Brasile, dalla Spagna, dagli Usa e pure dalla Svizzera) approdano qui per caso, cercando “impalamento” o “impalamento donne”.

Che dire, se non: “Wow!”?


Ma che avrà mai sto impalamento da essere tanto appetibile?

E' un sistema di condanna/tortura dolorosissimo (che ovviamente porta alla morte del malcapitato), che, se vogliamo, è anche bello scomodello e poco dignitoso (indovinate un po' quali sono le varianti per l'inserimento del palo?)... Non è preferibile la buona vecchia crocifissione? (Su un numero della rivistina horror “Scanner”, in gioventù, avevo anche reperito un prezioso articolo sull'arte dell'autocrocifissione. Una vera chicca!)



Oh, lo so, pure l'impalamento vanta una tradizione nobile e antica: come non ricordare, ad esempio, la buona abitudine di Vlad Tepès (alias Dracula, ma non il vampiro di Stoker: l'ameno personaggio storico che lo ha ispirato), di pasteggiare nel suo bosco di impalati (chissà che buon profumino... Mmmm...)?

Però, davvero, come mai l'impalamento è così popolare? Morbosità? Sadismo? Gusto del macabro?

Su Wikipedia c'è una bella descrizione dettagliata su come praticarlo in modo corretto, perché, se si sbaglia, ahimè, non ci si può più godere l'agonia della vittima e si rischia che questa schiatti subito (Dio non voglia!).



Magari uno, scegliendo la morte per impalamento, pensa di andare sul classico, ma al momento non mi viene mente niente di più atroce... Però sarebbe davvero interessante conoscere le motivazioni intrinseche dei navigatori “impalamentofili”, quindi invito chi di loro dovesse inopinatamente capitare di nuovo in loco, di usarmi la cortesia di deliziarmi con un commento, adducendo, già che c'è, le sue motivazioni.

Grazie, e baci a tutti!

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