L'INSOSTENIBILE
FASCINO DELL'IMPALAMENTO
Eh,
sì, secondo le statistiche il mio post più popolare è quello sul
disgustoso “Cannibal Holocaust”, da settimane in pole position, e
le indagini sui motori di ricerca rivelano che molti (dal Brasile,
dalla Spagna, dagli Usa e pure dalla Svizzera) approdano qui per
caso, cercando “impalamento” o “impalamento donne”.
Che
dire, se non: “Wow!”?
Ma
che avrà mai sto impalamento da essere tanto appetibile?
E'
un sistema di condanna/tortura dolorosissimo (che ovviamente porta
alla morte del malcapitato), che, se vogliamo, è anche bello
scomodello e poco dignitoso (indovinate un po' quali sono le varianti
per l'inserimento del palo?)... Non è preferibile la buona vecchia
crocifissione? (Su un numero della rivistina horror “Scanner”, in
gioventù, avevo anche reperito un prezioso articolo sull'arte
dell'autocrocifissione. Una vera chicca!)
Oh,
lo so, pure l'impalamento vanta una tradizione nobile e antica: come
non ricordare, ad esempio, la buona abitudine di Vlad Tepès (alias
Dracula, ma non il vampiro di Stoker: l'ameno personaggio storico che
lo ha ispirato), di pasteggiare nel suo bosco di impalati (chissà
che buon profumino... Mmmm...)?
Però,
davvero, come mai l'impalamento è così popolare? Morbosità?
Sadismo? Gusto del macabro?
Su
Wikipedia c'è una bella descrizione dettagliata su come praticarlo
in modo corretto, perché, se si sbaglia, ahimè, non ci si può più
godere l'agonia della vittima e si rischia che questa schiatti subito
(Dio non voglia!).
Magari
uno, scegliendo la morte per impalamento, pensa di andare sul
classico, ma al momento non mi viene mente niente di più atroce...
Però sarebbe davvero interessante conoscere le motivazioni
intrinseche dei navigatori “impalamentofili”, quindi invito chi
di loro dovesse inopinatamente capitare di nuovo in loco, di usarmi
la cortesia di deliziarmi con un commento, adducendo, già che c'è,
le sue motivazioni.
Grazie,
e baci a tutti!
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