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mercoledì 21 agosto 2013

Mi piaceva sta faccenda della mela...


BIANCANEVE
vs
BIANCANEVE E IL CACCIATORE

 
Curiosamente, anche se si tratta di un film, mi sono imbattuta in “Biancaneve e il cacciatore” di Rupert Sanders in libreria. Il volume urlava: “Il bosco ha fame, e tu sei la mela”. Wow! Mi piaceva sta faccenda della mela! Purtroppo non era un romanzo, solo una “novellizzazione”, ma non ho potuto resistere al fascino di quell'adorabile specchietto per le allodole e l'ho comprato.

Al di là dei limiti stilistici del libro (dichiaratamente commerciale, scorrevole, ma lontano dalla bellezza), comunque, la trama era carina, magnificamente cupa e originale, per cui alla fine, nonostante la nefasta presenza dell'attrice più insulsa e sospirante di tutti i tempi (la gatta morta Kristen Stewart), mi sono detta: proviamo!

E va bene, la matrigna cattiva è davvero troppo malvagia e senza spessore, più stereotipo che personaggio (anche se Charlize Theron, che di solito non mi dice granché, qui è stupenda da togliere il respiro), l'eroina - Biancaneve - ti trasmette il pathos di un lavandino, la computer grafica ha qualche neo, ma nel complesso la storia funziona, i nani sono apprezzabili, il “bacio del risveglio” assume sfumature inattese e le atmosfere sono fantastiche. Naturalmente la pellicola non regge il confronto con il classico Disney, ma non importa, non cerca il paragone, è qualcosa di totalmente diverso, che al più richiama “Biancaneve nella foresta nera”, e che ad ogni modo risulta godibile e interessante.


Biancaneve di Tarsem Singh, invece, è un altro mondo, completamente diverso. Niente horror, ma una fiaba moderna in cui la principessa si salva da sola (sì, va be', anche la Stewart... solo che a tratti vuoi che muoia), con discreti combattimenti, meno drammi e assai più ironia.

Julia Roberts non è impeccabilmente splendida come la Theron, ma è la matrigna più adorabile e sopra le righe che si sia mai vista! Ruba la scena alla figliastra, e fa impazzire dal ridere... La nostra protagonista, comunque, (Lily Collins) – a parte quelle impressionanti sopracciglia – è davvero incantevole, ed ha la grazia di evitare di farti cadere il latte alle ginocchia a furia di sospiri insensati, ammaliandoti, se mai, con i suoi occhioni, un sorriso dolce e persino con capacità di autocritica. Fotografia curatissima, trama originale, costumi e architetture incredibili, specie quelle oltre lo specchio, simpaticissimi i nani-giganti e notevoli i burattini mossi a distanza. Il principe è un po' idiota, ma poi si riscatta...

Neanche qui siamo al cospetto di un capolavoro, ma quanta freschezza!

I film mi sono piaciuti entrambi (benché subiscano qualche calo di tensione), ed entrambi mi hanno regalato una serata piacevole, ma sono troppo diversi per poter decretare quale sia il migliore... Le atmosfere dark esercitano un fascino pazzesco su di me, però... Ecco, se dovessi scegliere quale riguardare, opterei per quello di Singh, spassoso, in taluni accenti quasi demenziale. C'è una scena, in particolare, quella in cui la Matrigna vuole che il suo valletto (?) imiti i piagnucolii di Biancaneve, che mi ha fatto piegare!

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