BIANCANEVE
vs
BIANCANEVE E IL CACCIATORE
Curiosamente,
anche se si tratta di un film, mi sono imbattuta in “Biancaneve e
il cacciatore” di Rupert Sanders in libreria. Il volume urlava: “Il
bosco ha fame, e tu sei la mela”. Wow! Mi piaceva sta faccenda
della mela! Purtroppo non era un romanzo, solo una “novellizzazione”,
ma non ho potuto resistere al fascino di quell'adorabile specchietto
per le allodole e l'ho comprato.
Al
di là dei limiti stilistici del libro (dichiaratamente commerciale,
scorrevole, ma lontano dalla bellezza), comunque, la trama era
carina, magnificamente cupa e originale, per cui alla fine,
nonostante la nefasta presenza dell'attrice più insulsa e sospirante
di tutti i tempi (la gatta morta Kristen Stewart), mi sono detta:
proviamo!
E
va bene, la matrigna cattiva è davvero troppo malvagia e senza
spessore, più stereotipo che personaggio (anche se Charlize Theron,
che di solito non mi dice granché, qui è stupenda da togliere il
respiro), l'eroina - Biancaneve - ti trasmette il pathos di un
lavandino, la computer grafica ha qualche neo, ma nel complesso la
storia funziona, i nani sono apprezzabili, il “bacio del risveglio”
assume sfumature inattese e le atmosfere sono fantastiche.
Naturalmente la pellicola non regge il confronto con il classico
Disney, ma non importa, non cerca il paragone, è qualcosa di
totalmente diverso, che al più richiama “Biancaneve nella foresta
nera”, e che ad ogni modo risulta godibile e interessante.
Biancaneve
di Tarsem Singh, invece, è un altro mondo, completamente diverso.
Niente horror, ma una fiaba moderna in cui la principessa si salva da
sola (sì, va be', anche la Stewart... solo che a tratti vuoi che
muoia), con discreti combattimenti, meno drammi e assai più ironia.
Julia
Roberts non è impeccabilmente splendida come la Theron, ma è la
matrigna più adorabile e sopra le righe che si sia mai vista! Ruba
la scena alla figliastra, e fa impazzire dal ridere... La nostra
protagonista, comunque, (Lily Collins) – a parte quelle
impressionanti sopracciglia – è davvero incantevole, ed ha la
grazia di evitare di farti cadere il latte alle ginocchia a furia di
sospiri insensati, ammaliandoti, se mai, con i suoi occhioni, un
sorriso dolce e persino con capacità di autocritica. Fotografia
curatissima, trama originale, costumi e architetture incredibili,
specie quelle oltre lo specchio, simpaticissimi i nani-giganti e
notevoli i burattini mossi a distanza. Il principe è un po' idiota,
ma poi si riscatta...
Neanche
qui siamo al cospetto di un capolavoro, ma quanta freschezza!
I
film mi sono piaciuti entrambi (benché subiscano qualche calo di
tensione), ed entrambi mi hanno regalato una serata piacevole, ma
sono troppo diversi per poter decretare quale sia il migliore... Le
atmosfere dark esercitano un fascino pazzesco su di me, però...
Ecco, se dovessi scegliere quale riguardare, opterei per quello di
Singh, spassoso, in taluni accenti quasi demenziale. C'è una scena,
in particolare, quella in cui la Matrigna vuole che il suo valletto
(?) imiti i piagnucolii di Biancaneve, che mi ha fatto piegare!
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