BLACK
MIRROR
Che
succede quando il progresso avanza e l'uso della tecnologia si
distorce, sino a degenerare? Ce lo illustra questa serie Tv inglese,
intelligente, alienante e feroce, con altissime punte di genio,
consistente, per ora, in due stagioni di soli tre episodi ciascuna.
Ma
si tratta di capitoli indipendenti, a sé stanti, che possono essere
visti come minifilm da un'ora circa.
Il
primo episodio, “Messaggio al Primo Ministro”, è micidiale: un
terrorista mediatico rapisce la bellissima, amatissima (e
immaginaria) principessa britannica: o il Primo Ministro si accoppia
con un maiale in diretta Tv, o lui la uccide. Le decisioni vengono
prese a suon di sondaggi... La visione ti smembra, un po' ti diverte,
ti fa indignare ed inorridire. Soprattutto ti aiuta a riflettere, ma
alla fine non offre soluzioni, solo una dimostrazione che ti lascia
attonito, con la mascella per terra. Disarmante.
Il
secondo, “15 milioni di celebrità”, è più lento, meno brutale,
più romantico. Ma non per questo meno aberrante. A furia di pedalare
su una cyclette puoi comprare gadget per il tuo personaggio virtuale:
questo ha da offrirti la vita (e sei ancora fortunato, perché se non
pedali a dovere vieni retrocesso)... Oppure, se accumuli abbastanza
punti, ti guadagni il diritto di coronare il tuo sogno (o quello di
chi ami) e partecipare ad un Talent show... Ma non è il più bravo
ad essere premiato, e il premio può non essere proprio quello che
credi...
Nel
terzo, “Ricordi Pericolosi”, i ricordi possono essere registrati
e rivisti a piacere, al costo di un caffè al giorno... E nel
riguardarli si possono ingrandire i dettagli, ascoltare i dialoghi
sullo sfondo, o nella stanza accanto... E scoprire cose che è meglio
ignorare... Allucinante e desolante al massimo, ti lascia davvero
l'amaro in bocca ed un senso di solitudine pazzesca, inconsolabile.
La
seconda stagione conserva intatte le caratteristiche della prima,
rinnovandole senza ripetersi: “Torna da me” è l'episodio che mi
è piaciuto meno, troppo straziante (e un po' lento), in cui una
donna perde il compagno e lo rimpiazza con un clone, ma “Orso
Bianco” è un capolavoro (ma bisogna arrivare alla fine, per
capirlo, benché io mi sia gustata ogni truce, abominevole
dettaglio), mentre “Vota Waldo!”, in cui un comico virtuale vince
le elezioni (ops!), è così attuale (e preoccupante) da far paura.
Fanno quasi tutti paura, invero, questi episodi, perché toccano
corde profonde, dolenti, attingendo alla fantasia di realtà
distopiche, ma non così lontane, che ci ammoniscono, mostrandoci che
cosa si nasconde al di là dello specchio... Perché la verità è
che se continuiamo su questa china finiremo per scivolarci dentro
anche noi, nello specchio, e ogni giorno facciamo un passo in più in
questa direzione...
Una
serie critica, grottesca, senza troppe sfumature (e qualche caduta di
tono ogni tot), ma che sicuramente centra il bersaglio... E ci
annichilisce.
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