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lunedì 23 dicembre 2013

Ampio respiro


I PILASTRI DELLA TERRA
di Ken Follett

 
Commerciale? Magari sì... ma è strepitoso!

Romanzo storico ambientato nell'Inghilterra medioevale, splendidamente e ferocemente resa (ma sul finale veniamo condotti anche in altre parti del mondo), dai toni epici e coinvolgenti, irti di passione, di misteri, di altra e più imperante passione. Verte attorno all'edificazione di un sogno, di una cattedrale, con tutte le complicazioni e le implicazioni che ciò comporta: cospirazioni, sentimenti, vendette, religione, guerre, ambizioni, e ci permette di respirare l'aria dell'epoca attraverso piccoli e grandi avvenimenti, senza annoiare mai.

Il suo massimo pregio però sono i protagonisti: tanti, intensi, carismatici (i miei preferiti Lady Aliena, Jack, e il priore Philip. Mentre Ellen, per quanto interessante, proprio non mi attrae), le cui vite sono destinate ad intrecciarsi per oltre cinquant'anni: abbiamo gli eroi, le eroine, gli idealisti e i cattivi, e nonostante le sconfitte e le frequenti cadute (le situazioni vengono ribaltate di continuo) ognuno è sempre pronto a rialzarsi e a lottare, anche nei momenti più neri. Benché siano tutti ben caratterizzati, alcuni personaggi sono destinati a salutarci ben prima della conclusione, lasciando nei lettori un senso di vuoto improvviso, ma senza che questi si sentano traditi o che le morti appaiano gratuite. Il romanzo in questo senso è realistico e non ci risparmia (anzi, in certi punti quasi se ne pasce) le violenze e le ingiustizie tipiche dell'epoca. Non mancano però nemmeno i momenti positivi: la solidarietà, la bontà, l'amore. Naturalmente molto, molto travagliato.

L'opera è di ampio respiro dipanandosi per circa un migliaio di pagine, ma il ritmo scorre fluido, incalzante e la vera difficoltà, se mai, è interrompere la lettura. Solo nella parte relativa al “pellegrinaggio di Aliena” ho avvertito un po' di stanchezza, una caduta di tono, ma poi la narrazione è ripresa lesta premiandoci con un finale soddisfacente.

Esiste anche un seguito, “Mondo senza fine”, ambientato circa 200 anni dopo. Carino, ma non mi ha coinvolta allo stesso modo, né a livello di trama né di personaggi, che conservano un legame flebile con quelli che abbiamo imparato ad amare. Non mi ha emozionata, si è limitato ad intrattenermi per un po', sotto l'ombrellone, sforzandosi di replicare un formula vincente, spesso ripetendosi. Peccato.

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