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venerdì 20 dicembre 2013

Una metanarrazione tra le più belle


IL MONDO DI SOFIA
di Jostein Gaarder

 
Dove Sofia è una ragazzina di quattordici anni, piena di domande e di curiosità (per arrivare alla conoscenza, ci insegna Gaarder, è questo il segreto: porsi gli interrogativi giusti. Le risposte hanno un'importanza sopravvalutata). Ma Sofia è anche la sapienza, la saggezza, e, infatti, quello che ci viene offerto è per metà un romanzo, per metà un manuale di filosofia (che ci fornisce le domande, appunto. Ma non le risposte, che, come insegnavano i miei prof. Al Liceo, sono invece appannaggio della religione)... L'idea è intelligente ed originale, e ai tempi (anni '90) questo libro era stato un caso letterario.

Divertente, appassionante, non troppo impegnativo.

Anche a me era piaciuto, soprattutto le parti narrative, che, in particolare, dopo un inizio tranquillo, nel finale, si fanno sempre più interessanti, surreali e fantasiose, sorprendendo e shockando il lettore in modi incredibili, intrattenendo e al contempo offrendo spunti per pensieri e riflessioni, cambiando rotta, stimolando l'immaginazione, talvolta arrivando a provocare sensazioni di totale smarrimento, di “dis-appartenenza”, di magnifica confusione... Una meraviglia! Che finisce con l'approdare ad una metanarrazione tra le più belle.

Le parti filosofiche, però, non sono riuscitissime: ancora ancora all'inizio, con i greci, che sono abbastanza semplici, ma nel prosieguo ci sono troppi salti logici, troppe omissioni, semplicizzazioni, pedanterie... E se in principio possono risultare un simpatico ripasso, finiscono col divenire davvero una pizza... Allora preferisco rileggermi l'Abbagnano: come manuale è abbastanza semplice e non presenta particolari difficoltà. Se poi uno non dovesse aver studiato filosofia, non so davvero come possa riuscire ad orientarsi da Kant in avanti... Ammesso che ci arrivi.

Neppure lo stile dell'autore è eccezionale. L'ho trovato piatto, un po' paternalistico, a tratti quasi fastidioso.

Il giudizio complessivo, comunque, è più che buono, anche se, ad essere sincera, di Gaarder ho preferito “L'enigma del solitario”. Più fluido e con un protagonista più simpatico.

2 commenti:

  1. Forse hai ragione tu e questo libro è impossibile per chi non ha fatto filosofia visto che anch'io che non l'ho fatta a circa metà libro ho iniziato a non capirci più niente e mi sono dovuto arrendere abbandonandolo lì sul comodino senza mai più riprenderlo! Però in precedenza avevo letto un altro libro di Gaarder "Il castello dei Pirenei", molto più semplice e carino. Te lo consiglio vivamente se non lo hai letto

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  2. Grazie! Lo inserisco nella lista dei prossimi acquisti!

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