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lunedì 9 dicembre 2013

Non ne ho mai guardata una peggiore...


TWILIGHT

(saga cinematografica)

 
Solo gli aristotelici schiavi dell'ipse dixit e i disonesti criticano qualcosa senza conoscerlo, ecco il motivo per cui ho approfittato dei passaggi su Sky per vedere cotale insulsa noiosità (di accostarmi ai romanzi non ho francamente il coraggio): per poter opportunamente controbattere alle lodi sperticate delle mie colleghe, che mi tacciano di non capire Twilight perché non sono romantica e ho il cuore di pietra.

A parte che qui di romantica c'è solo la perseveranza dello spettatore sano che fatica ad arrivare alla fine, a parte che il romanticismo non è fatto di sospiri e languori e altri sospiri, il problema maggiore di questi film è che sono un prodotto commerciale patinato e senz'anima confezionato ad hoc per un pubblico di teenager che probabilmente non è aduso alla lettura e di film ne ha visti pochi. Come abbia potuto attechire anche tra le trenta-quarantenni è un mistero.

I protagonisti sono un'apparente malato terminale con l'AIDS e una depressa cronica opportunista capace solo di emettere aria dalla bocca... L'unico ad avere uno straccio di personalità è il licantropo, ma la faccenda del triangolo è atroce: noia, su noia, su noia. Personalmente non mi importa un accidente di chi si mette con chi: i personaggi sono così inutili e piatti che tanto varrebbe discutere del dramma delle stoviglie che vengono divise durante il lavaggio.

Invero, lo spunto di base non sarebbe pessimo, anzi, ma è lo sviluppo che è carente. Per arrivare in fondo al primo film ho dovuto ricorrere al pc portatile per distrarmi, o mi sarei mummificata per la noia. Anche se, ammetto, c'è pure dell'umorismo involontario (si veda quando Edward porta Bella sulla schiena e si fanno la cavalcata nel bosco) a distrarre un po'.

Il secondo è leggermente meno peggio, e a dire il vero ho apprezzato la parte finale, dedicata ai Volturni. Per quasi dieci minuti interi succede qualcosa. Michael Sheen, inoltre, come attore mi piace e riesce a conferire un certo spessore al suo personaggio (più di quanta non ne abbiano tutti gli altri messi insieme sommando tutte le pellicole).

Il terzo l'ho rimosso. Di solito ho una discreta memoria, ma nella fattispecie non ricordo assolutamente niente. Boh... Il quarto ed ultimo, invece, è diviso in due parti: la prima è il nulla che avanza, si inciampa, si arresta, avanza ancora un po'. Poi arretra perché ha paura anche lui. Diluita sino allo stremo, è uno stupro per lo spettatore non ancora lobotomizzato che si impone di terminarlo ad ogni costo, sebbene tutto ciò a cui riesce a pensare è che vorrebbe morire. O che gli asportassero il cervello. La seconda parte, però, lo ammetto, è assai meno peggio di quel che temevo. Okay, Bella che si muove a velocità supersonica è ridicola ai limiti del tollerabile e l'imprinting con Renesmee (esiste nome più brutto?) ha un retrogusto di pedofilia, però... Al diavolo, la battaglia sulla neve è deliziosa e piena di pathos e decapitazioni e mi è piaciuta... Va bene, sembra la versione povera degli X-men, però, insomma, riflettevo nella mia ingenuità, forse riesce quasi a riscattare... quanto? Sette-otto ore di vuoto sospinto? Trova il coraggio di far fuori alcuni personaggi fondamentali e chissà, magari persino gli esasperanti protagonisti, sottraendosi ad una conclusione facile, scontata, e, riconosciamolo, un po' parac(lettera misteriosa)la... Ma... Illusione! Eh, sì, letteralmente... Quindi? Quindi sono contenta di aver visto la saga, perché mi dà il diritto di affermare che non ne ho mai guardata una peggiore, più tediosa, più insulsa e più stupida, sia pur con qualche (rara) trovata carina.

Non capisco davvero come tanti adolescenti (e non) possano esserne stati plagiati. Se qualcuno vuole cortesemente illuminarmi, gli sarò grata.

P.S.

Sia chiaro, de gustibus non disputandum est, e io non voglio offendere nessuno. E' che tendenzialmente mi esprimo ad iperboli e uso molta enfasi. Mi scuso, quindi, con chi ci fosse rimasto male. Ma, ricordo, ha comunque il diritto di ribattere. E di riprendermi a sua volta.

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