LITTLE
MISS SUNSHINE
(2006)
Il
tema del film è il confronto perdenti/vincenti (“la vita è tutta
un
fot#°to
concorso di bellezza”), che ha come protagonista una famiglia
disfunzionale e tragicomica al massimo: padre logorroico e irritante,
fissato con “I 9 passi”, una tecnica di sua invenzione per
arrivare al successo (che a lui non arride), figlio quindicenne
volontariamente muto (per Nietzsche) che odia il mondo e se stesso,
nonno eroinomane e pornofilo, zio aspirante suicida... Ce n'è per
tutti! La bimba di casa, però, Olive, sette anni, tenerissima e
innocente, ha la possibilità di partecipare come candidata al
concorso di “Piccola Miss California”, così, volente o nolente,
la famiglia (di Albuquerque) si precipita in pullman in California,
per iscriverla... Il viaggio sarà lungo e ricco di disavventure che
porteranno squilibri e disarmonie, che permetteranno ai rapporti di
ridefinirsi, che distruggeranno sogni e speranze, e che consentiranno
ad ogni personaggio di confrontarsi con se stesso imparando ad
accettarsi, fino a che, alla fin fine, l'unica cosa che resterà alla
famiglia, scalcinata come il pulmino su cui viaggia (che deve essere
spinto, per riuscire a partire), sarà proprio il concorso di
bellezza di Olive. Ci saranno innumerevoli imprevisti da superare,
solo che... La piccina non sembra esattamente una Miss, benché sia
deliziosa...
Il
film è dolce, fa impazzire dal ridere (il numero che Olive ha
preparato per il concorso sopra tutto), a tratti corteggia la
commedia nera, e regala momenti di malinconia e riflessione (come
spiega lo zio, il più eminente studioso di Proust d'America,
cacciato dall'università dopo che il suo ragazzo si è messo con il
suo peggior nemico, il secondo più eminente studioso di Proust
d'America, Proust era uno sfigato totale. Niente donne – era gay,
in un'epoca in cui gli omosessuali non erano proprio ben visti –
niente amici, niente lavoro, veniva deriso e preso in giro da tutti,
e ha passato vent'anni a scrivere un solo libro che non legge quasi
nessuno... Tuttavia – secondo lui, io dissento – Proust è forse
il miglior scrittore al mondo dopo Shakespeare... E Proust, alla fine
della sua vita, ha detto di essere grato alle sue sofferenze perché
lo hanno reso quello che è, mentre i pochi anni di felicità, quelli
sono stati sprecati, perché non lo hanno arricchito per niente...).
Questa, se vogliamo, una delle letture possibili.
La
pellicola finisce male e finisce benissimo. Perché quello che conta
è solo volersi bene. E' vero, può sembrare
scontato, ma non così tanto alla fine del percorso tracciato con la
famiglia Hoover...
Ottimo
cast (mai visto uno Steve Carell così!), splendida trama, colpi di
scena insospettati e stupendi... davvero un film meraviglioso, pieno
di freschezza e di verità.
Nel
Blu-Ray ci sono un po' di finali alternativi...
Con un pò di ritardo l'ho visto anch'io! Condivido un pò tutto quello che hai scritto tranne il fatto che faccia "impazzire dal ridere". In realtà mi sto ancora domandando come abbiano fatto a classificarlo come commedia, visto che a parte qualche rara battuta a me non ha fatto ridere molto. Ciò non toglie che sia comunque un bel film ... e che il messaggio del film ... imparare ad accettarsi per quello che si è, anche se non è proprio un messaggio originale è reso bene e ogni tanto fa bene anche ricordarselo.
RispondiEliminaBe', senza dubbio c'è molta tristezza di fondo, ma, si sa, la comicità si basa sulla tragedia e qui è tutto stemperato, a dispetto delle varie infelicità di ciascuno... Probabilmente molto dipende dal tuo stato d'animo al momento della visione e dalla tua sensibilità. Ad ogni modo, se ti può consolare, io sono una di quelle che quando guarda Fantozzi (i primi, i successivi sono indecenti) patisce... Ma qui, sì, avevo riso parecchio...
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