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martedì 17 dicembre 2013

King non è Orwell


L'UOMO IN FUGA
di Stephen King
 

Pubblicato con lo pseudonimo di Richard Bachman, vanta una narrazione veloce (con tanto di conto alla rovescia), congestionata, che ti mozza il respiro. Si tratta si un romanzo a metà tra thriller e fantascienza, ambientato in un futuro distopico e angosciante alla "1984", che precorre maledettamente i tempi, indicandoci, assai prima di "Hunger Games" e di "Battle Royale" (è stato scritto, infatti, nel 1982), dove potrebbero portarci i Reality televisivi...


Forse qualcuno ha visto il film "L'implacabile" (1987) con il prode Schwarzy, teoricamente ispirato da questo libro... Ebbene, a me è piaciuto un mondo, ma c'entra poco e niente con il romanzo. In comune hanno giusto il nome del protagonista, Ben Richards, e gli orrori connessi (anche se diversamente interpretati) con la Tv. Nella pellicola, però, la cosa più importante sono i supermuscoloni adorabilmente pompati del nostro eroe e il "picchia-picchia spacca-spacca". Il romanzo, invece, molto più tragico e disperato, sa essere profondo, toccante, e, pur restando legato alla fantascienza e all'intrattenimento (con tutto il bene che gli voglio, King non è Orwell), ha altresì il sapore della denuncia sociale. Il nostro Ben, infatti, è un padre di famiglia, non un militare ipertrofico che ha subito una condanna ingiusta, e pur di trovare i soldi per salvare la figlioletta malata (e impedire alla moglie di seguitare a prostituirsi per permettere alla famiglia di arrivare a fine mese), è disposto a partecipare al più tremendo, sadico e mortale gioco televisivo dei suoi tempi: "L'uomo in fuga", appunto. Alle calcagna avrà "i cacciatori", concorrenti incaricati di ucciderlo... E i bravi cittadini/telespettatori potranno aiutarli facendo la spia...


Lo spunto è davvero affascinante ed è sviluppato in modo rapido, coinciso e semplice, capace di folgorarci sia con la terribile situazione del futuro e dei suoi abitanti, crudeli, alienati, e stupidi, sia con il dramma del protagonista, eroico in molti modi, umano, e costante nel suo essere positivo.

Per certi versi la trama è simile a "La lunga marcia", tuttavia non ha la sua bellezza né i suoi meravigliosi personaggi, però si legge volentieri e nel complesso è davvero godibile.

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