LA
CASA DEGLI INVASATI
di Shirley Jackson
Capolavoro
della letteratura horror, romanzo elegante, divinamente scritto,
dalla pregevole introspezione psicologica e dalla suggestiva
atmosfera straniante.
Classica
storia di fantasmi, con tanto di casa infestata dalla fama lugubre,
Hill House, in cui vengono radunati sensitivi ed ESP. Eppure diversa
da tutto, innovativa e lirica.
Tra
i personaggi spiccano quelli femminili: Eleonor, mite e introversa,
dalla triste ma non interessante storia personale, che sceglie di
reinventarsi ricorrendo alla menzogna, e Theodora, più libera,
indipendente e trasgressiva.
E
mentre Hill House a poco a poco si rivela per quella che è, tra
poltergeist e scritte sul muro, Eleanor scopre l'amicizia, la
felicità e poi la gelosia, diventando il fulcro dei fenomeni
paranormali, sempre più intensi.
In
realtà non accade nulla di davvero eclatante (non ci sono omicidi,
né violenza, né sangue che sprizza), ma l'orrore si insinua
subdolo, inconsistente, mentre ci incanta, inquinando l'aria,
seminando malessere, alimentando fobie, portando tutti – lettore
compreso – all'esasperazione, sino a che...
Eleonor,
la povera, dolcissima Eleanor, impazzisce.
L'autrice
ricorre magistralmente agli stilemi del gotico (non facendoci mancare
nulla, pur evitando di esagerare), ma senza ridurli a fine. Piuttosto
questi divengono il mezzo per narrare qualcosa di più profondo, di
più alto, che non si limiterà a farci venire la pelle d'oca, ma che
ci ingoierà all'improvviso, per squassarci, per contorcerci,
portandoci a riflettere sui rapporti fra le persone e sulla
sofferenza dell'individuo. Gli elementi soprannaturali saranno
infatti inscindibili dal carattere di Eleanor, e le sue fragilità
diverranno le nostre, in una fusione poetica e dolente, restituendoci
al mondo meno innocenti e più consapevoli.
La
fine è stupenda, romantica e non del tutto definita: concede la
possibilità di rileggere l'intera trama in un'ottica diversa, al
contempo più tragica e più razionale.
Un
romanzo stupendo che esprime una sensibilità toccante e che
soprattutto è il muto canto della solitudine.
Nessun commento:
Posta un commento