CALVIN
& HOBBES
di Bill Watterson
Non
il mio fumetto preferito, ma quasi, quasissimo! Perché è uno
spettacolo! Protagonisti una peste seienne che più tenera e sagace
non si può, Calvin, dall’immaginazione sconfinata e un bel po’
di difetti (trascurabili, in fondo), e il suo tigrotto di peluche,
Hobbes. Ma se, come me, le prime strisce si sono lette a casaccio
pescando da Linus, lì per lì sembra che la tigre sia vera. Molto
sofisticata, certo, e dotata di favella, cultura e sarcasmo. Ma vera.
Solo che è un pupazzetto immoto, e tante strip giocano su questo,
modificando il disegno a seconda del punto di vista. Realistico (ma
amichevole e vagamente antropomorfizzante) nella mente di Calvin,
inanimato e innocuo se osservato con oggettività. E questo vale per
un sacco di altre cose e situazioni (dal cibo nel piatto alle distese
di neve). Per cui siete avvertiti: se in una tavola le vignette
iniziali rappresentano due medici connotati con tratto realistico e
dettagliato i quali discutono con professionalità dell’operazione
chirurgica in corso, non c’è da stupirsi se dopo la terza si
prendano poco professionalmente a calci, insultandosi con acrimonia.
Perché è Calvin che gioca, non c’è nessun chirurgo. E quelli con
cui lo vediamo sono gli occhi della sua immaginazione. L’effetto,
però, è da sganasciarsi… Poi inquadriamo la scena dall’esterno
e i dottori si presentano come bambini un po’ stilizzati, dal
tratto morbido e straordinariamente espressivo.
I
“sottofiloni” sono innumerevoli: quelli scolastici con
l’insegnate, la povera signora Vermoni e Sancio, il bullo idiota,
quelli con l’amichetta Siusi (o Susie, a seconda dell’edizione),
quelli dedicati alla pragmatica (e antipatica) baby-sitter Rosalyn o
agli sventurati genitori o ad interessanti (e talvolta deliranti, ma
spesso brillanti, se non geniali) speculazioni sociali e filosofiche…
Quelli dell’astronauta Spiff, di Stupendoman, dei mostri in agguato
sotto il letto (che adoro!!!), o sui pupazzi di neve… Hobbes non
c’è sempre, ma spesso sì, e sovente, fedele al suo istinto
felino, riserva al suo amico degli attacchi a sorpresa…
Si
gioca, si litiga, ci si imbroglia, si fa la pace.
Calvin
è sempre lo stesso, ma si rinnova di continuo, facendo morire dal
ridere, ma anche dalla tenerosità, riuscendo ad essere genuinamente
bambino (e come tale birbonissimo), ma anche saggio e profondo,
illustrando il suo pensiero riguardo agli argomenti più disparati, e
spesso seri e controversi… Ma pure Hobbes è irresistibile! Suo
perfetto complemento, ma più arguto, più adulto, più disincantato.
Anche i comprimari, però, sono ben caratterizzati, con pochi tratti,
ma accurati ed efficaci, che in qualche caso li fanno assurgere ad
archetipo.
Una
storia di amicizia tra le più belle, che non va da nessuna parte, se
vogliamo, ma che arriva dappertutto, anche se non vogliamo, senza
limiti fuorché quelli della fantasia. Che qui non ne ha.
Fumetto
straordinario!
Ed
ora raccolto in dieci lussuosi volumi in cofanetto (anche se io mi
accontento della mia vecchia, ma decorosissima, edizione “pezzent”
di Comix…).
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