GLI
SCARAFAGGI NON HANNO RE
di Daniel Evans Weiss
Mi
è piaciuto, ma mi aspettavo di più.
E'
un romanzo originale, grottesco, piuttosto carino, con una bellissima
idea di base, ma che avrebbe potuto essere sviluppata in modo più
brillante ed incisivo. A tratti le risate scemano, la tensione cala,
e la narrazione appare un po' statica, affaticata, e fine a se
stessa... in certi punti quasi annoia.
O
forse sono solo io che avevo pretese troppo grandi... Mi si capisca,
però: quest'opera pareva scritta proprio per me. Incentrata su una
comunità di allegri scarafaggi, senzienti, riflessivi, e dediti
all'elucubrazione, arricchita da brevi e spassose parentesi
entomologiche, mette a confronto umani e blatte, assumendo il punto
di vista di queste ultime... Che sono critiche, simpatiche, e per
giunta colte, essendo cresciute mangiando (letteralmente) libri. Ed
ecco perché si chiamano Goethe, Hegel, Rosa Luxemburg, Numeri...
Lo
ammetto, certe descrizioni mi fanno accapponare la pelle (adoro i
coleotteri, ma gli scarafaggi mi attraggono nella stessa misura in
cui mi ripugnano), specie in relazione all'abitudine di nutrirsi di
carta. O di avventarsi sul cibo.
Ma
non sono loro quelli strani, quello strano è Ira Fishblatt, il loro
“affezionato” coinquilino umano, nonché padrone di casa
(naturalmente pigro, sporco e disordinato), che non li alleva, ma
quasi... Almeno fino a che non si trasferisce da lui la fidanzata,
che (grazie a dio, ci viene da sospirare) come prima cosa decide di
dedicarsi alle grandi pulizie... Arrivano quindi la carestia e le
persecuzioni.
E'
dunque la fine?
No,
se il piano di Numeri, il protagonista e io narrante, ha successo.
Seguono pasticci sentimentali, spacciatori locali, sudiciume, scene
isteriche...
La
trama è interessante, ma talvolta il ritmo tende a rallentare, ad
appesantirsi, la storia si disperde in auto compiaciute e sterili
digressioni di cui si potrebbe fare a meno... Inoltre i personaggi
umani non mi garbano più di tanto, li trovo sgradevoli, irritanti,
superficiali, benché in modo diverso... Gli scarafaggi, invece, sono
tenerelli (nonostante tutto) e piacevolmente caratterizzati, ironici
e spiritosi. Però non spaccano. Non riescono a sostenere la storia
da soli. Non sempre.
Le
premesse ci sono, lo stile è scorrevole, ameno, brioso, però... a
volte si ammoscia anche lui. Perde smalto. Si intoppa, rallenta.
Un
libro grazioso, dunque, godibile, un po' diverso dal solito, con uno
spunto eccezionale. Ma niente di più.
Pazienza!
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