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domenica 23 marzo 2014

Mette a confronto umani e blatte


GLI SCARAFAGGI NON HANNO RE
di Daniel Evans Weiss

 
Mi è piaciuto, ma mi aspettavo di più.

E' un romanzo originale, grottesco, piuttosto carino, con una bellissima idea di base, ma che avrebbe potuto essere sviluppata in modo più brillante ed incisivo. A tratti le risate scemano, la tensione cala, e la narrazione appare un po' statica, affaticata, e fine a se stessa... in certi punti quasi annoia.

O forse sono solo io che avevo pretese troppo grandi... Mi si capisca, però: quest'opera pareva scritta proprio per me. Incentrata su una comunità di allegri scarafaggi, senzienti, riflessivi, e dediti all'elucubrazione, arricchita da brevi e spassose parentesi entomologiche, mette a confronto umani e blatte, assumendo il punto di vista di queste ultime... Che sono critiche, simpatiche, e per giunta colte, essendo cresciute mangiando (letteralmente) libri. Ed ecco perché si chiamano Goethe, Hegel, Rosa Luxemburg, Numeri...

Lo ammetto, certe descrizioni mi fanno accapponare la pelle (adoro i coleotteri, ma gli scarafaggi mi attraggono nella stessa misura in cui mi ripugnano), specie in relazione all'abitudine di nutrirsi di carta. O di avventarsi sul cibo.

Ma non sono loro quelli strani, quello strano è Ira Fishblatt, il loro “affezionato” coinquilino umano, nonché padrone di casa (naturalmente pigro, sporco e disordinato), che non li alleva, ma quasi... Almeno fino a che non si trasferisce da lui la fidanzata, che (grazie a dio, ci viene da sospirare) come prima cosa decide di dedicarsi alle grandi pulizie... Arrivano quindi la carestia e le persecuzioni.

E' dunque la fine?

No, se il piano di Numeri, il protagonista e io narrante, ha successo. Seguono pasticci sentimentali, spacciatori locali, sudiciume, scene isteriche...

La trama è interessante, ma talvolta il ritmo tende a rallentare, ad appesantirsi, la storia si disperde in auto compiaciute e sterili digressioni di cui si potrebbe fare a meno... Inoltre i personaggi umani non mi garbano più di tanto, li trovo sgradevoli, irritanti, superficiali, benché in modo diverso... Gli scarafaggi, invece, sono tenerelli (nonostante tutto) e piacevolmente caratterizzati, ironici e spiritosi. Però non spaccano. Non riescono a sostenere la storia da soli. Non sempre.

Le premesse ci sono, lo stile è scorrevole, ameno, brioso, però... a volte si ammoscia anche lui. Perde smalto. Si intoppa, rallenta.

Un libro grazioso, dunque, godibile, un po' diverso dal solito, con uno spunto eccezionale. Ma niente di più.

Pazienza!

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