HAPPY
TOWN
Eccellente
Serie Tv sulla scia di Twin Peaks, pressoché perfetta nella sua
struttura, nella capacità di mescolare spunti e generi e di
mantenersi in bilico tra ambiguità e mistero.
Incalzante,
corale, intelligente, costellata di tensioni e colpi di scena, di
prospettive ribaltate, di segreti e personaggi interessanti, attori
notevoli (su tutti Sam Neill e Frances Conroy, che ha sempre il
potere di affascinarmi-inquietarmi con la sua sola presenza scenica)
e una magnifica colonna sonora.
Peccato
che la spietata politica della ABC ne abbia decretato la
cancellazione già all'ottavo episodio (con conseguenti proteste da
parte dei fan, che nella fattispecie sono state particolarmente
creative, tanto da sfociare, se non ricordo male, in un corto in cui
alcuni dei “protagonisti” si presentano dai produttori e li fanno
neri). Tristezza infinita, perché eravamo davvero al cospetto di un
potenziale indimenticabile capolavoro!
La
fine posticcia che vi è stata appiccicata, oltretutto, benché
fornisca qualche spiegazione e sia indubbiamente d'effetto, più che
dare risposte solleva altre domande, fa acqua in molti punti,
puzzicchia, e in generale risulta frustrante per lo spettatore,
perché ci si sente truffati, deprivati di qualcosa di prezioso.
Tuttavia... Tuttavia, anche così, vale comunque la pena di vedere
questa Serie Tv, perché, nonostante tutto, è più quel che ci dà
che quel che ci toglie.
Siamo
nella classica cittadina statunitense di provincia, quella che in
apparenza è tutta zucchero e miele, ma che al lato pratico si rivela
marciume e carie, e nasconde più segreti che abitanti: Haplin, in
Minnesota.
Da
cinque anni non accade nulla di rilevante, ma in precedenza, per
sette anni, ogni anno è scomparsa una persona... Si presume che il
colpevole fosse “l'uomo magico” uno psicopatico mai identificato
e dalle motivazioni oscure, la cui ombra, tra un sorriso e l'altro,
si staglia ancora sulla città felice. Ed infatti quando, dopo un
efferato omicidio, una donna scompare, si teme che The Magic Man sia
tornato...
Questo
il punto di partenza, ma presto si biforca in una ridda di sotto
trame, di misteri paralleli, di allusioni suggestive ma non
immediatamente comprensibili, che sono il principale punto di forza
della Serie e che promettevano molto bene, prima che si iniziasse a
pasticciare per arrivare ad una conclusione affrettata.
Ahi,
che nel pensier rinnova il senso di perdita (vituperando Dante) ,
indi chiudo qui.
Per
chi fosse interessato ad un altra opinione, rimando al post del 24settembre 2013 di Delittando.
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