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sabato 22 marzo 2014

Ipnotico


LA GRANDE BELLEZZA
(2013)

 
Questo è puro Cinema. Fatto di musica, immagini e parole che si combinano insieme creando qualcosa di nuovo, che è più della somma dei suoi singoli elementi.

Sinceramente non capisco perché (pubblicità a parte) tanta parte di chi lo ha visto in televisione lo abbia così aspramente criticato: è un film intelligente, ironico, felliniano, bizzarro, ricco di sottintesi. E' vero che, di fatto, non succede niente, ma è anche vero che in quel niente si cela tutto, vite intere come piccole cose, verità e sensazioni avviluppate, mescolate, paradigmi che si sovrappongono in una realtà fasulla, insipida, ma che di bellezza è piena, sebbene ormai ridotta a sfondo, a contorno, a ricordo, o ad un passato remoto. Che di norma viene ignorata, tranne quando i turisti si accaniscono a fotografarla, con un punta di compulsione.

Il film non ha nulla di noioso, semmai di ipnotico, di avvolgente.

C'è chi lamenta che sia volgare... ma la volgarità non è fine a se stessa, è parte del senso della pellicola, che sin dall'incipit gioca sull'alternarsi di musica raffinata e immagini eterne con la chiassosa serataccia in discoteca, all'insegna del sesso esibito, delle parolacce, dello squallore, dell'esteriorità votata al trash e all'ostentazione.

Non è un film semplice, è stratificato, multiforme, contiene messaggi contraddittori e momenti shockanti seminati in un fiume che scorre placido, ma inesorabile, costellato di spunti grotteschi. Si mettono in luce tante storture di oggi, di Roma e dell'Italia, mali e malesseri, che toccano l'arte come la religione. Ma a volte si sorride, altre, semplicemente, si rimane a bocca aperta o si avverte un sapore acre, dal retrogusto rancido, ma delizioso (l'artista ignuda che sbatte la testa contro il muro, la scoppiettante intervista che ne segue, Viola che torna a casa e trova il figlio pazzo, nudo anche lui, ma coperto di tintura rossa...).

E poi c'è una vena intimista, personale, tra il malinconico e il rassegnato, quella di Jep Gambardella (Toni Servillo), il protagonista sessantacinquenne (scrittore di un solo libro, sia pur eccelso, per giunta risalente agli anni della sua giovinezza), che compie gli anni e si mette in discussione, che fa da narratore, ma anche da specchio e da cassa di risonanza per il mondo vuoto che lo circonda e di cui è lui un tassello portante. Che forse, però, ricomincerà a scrivere...

I personaggi sono tanti, variegati, e ognuno, a modo suo, è autentico e caricaturale, disperato, vacuo, e ognuno incarna una menzogna diversa, una sfumatura in più, la negazione di un valore o l'affermazione di un'illusione, e ha qualcosa da dire. O da rimangiarsi. Un segreto da rivelare, anche se è tale solo per lui, perché gli amici lo hanno già sbugiardato da tempo.

Gli attori mi sono piaciuti tutti, la Ferilli come Verdone e nel complesso la pellicola mi ha emozionata e sorpresa.

D'accordo, forse non è un capolavoro con la maiuscola: troppo frammentario, troppo dispersivo... Ma tanta poesia la è, frammentaria e dispersiva.

Ad ogni modo questo rimane un bel film e se sapete solo insultarlo, allora forse ha ragione Scamarcio: “Andate a vedervi i Cinepanettoni!”

2 commenti:


  1. "E' vero che, di fatto, non succede niente,..."
    Hai già risposto tu per me: un film, per essere tale, necessita sì di buoni attori (bravissimi tutti, da Verdone alla Ferilli che adoro, a Servillo in primis, che per quanto mi stia sulle palle riconosco essere proprio bravo e soprattutto il pilastro di questa pellicola), di una buona fotografia e di una colonna sonora, ma tutto ciò non basta!
    Come direbbe il buon vecchio Clooney: "no trama, no film".
    Se la storia, la trama fa acqua da tutte le parti, o peggio, come in questo caso, di trama non ce n'è neanche l'ombra, stiamo parlando di un non-film!
    Per quanto mi faccia piacere che l'Italia sia ritornata a vincere un Oscar, con tutti i benefici che ne seguiranno, considero questo non-film noioso e senza senso, costruito appositamente per piacere agli americani.
    Cinico? forse... O, semplicemente, non sono abbastanza colto per riuscire a comprendere la magia e la poesia di cui parli, non riesco a vedere la grande bellezza che questa pellicola vuole mostrare.
    Però su una cosa tu e Scamarcio (Scamarcio chi?) vi sbagliate: non esistono solo i "capolavori" da Oscar e i cinepanettoni; tra questi due poli esiste un ampio ventaglio di prodotti cinematografici di ottima fattura e indubbio valore!

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  2. A risponderti parto dalla fine... Nessuno afferma che ci siano solo capolavori o cinepanettoni (ci mancherebbe, ed anzi io per prima riconosco che questo non è un capolavoro, e quindi rientra nella zona dei "grigi"!): il messaggio è diverso: se non sei in grado (tu istituzionale, non parlo di te, visto che comunque il tuo punto di vista l'hai illustrato) di fare una critica costruttiva, ma solo di insultare, vai a vederti quelli, perché non meriti altro. In quanto al resto: il fatto che non accada nulla non implica una mancanza di trama, che infatti c'è, pur frammentaria e dispersiva (io non l'ho riassunta, e ho già spiegato perché in uno dei miei primi post, ma ti basta andare su wikipedia per poterla leggere nel dettaglio). Ed è profonda, interessante e coerente. Solo che il regista non si limita a raccontarcela: ce la fa vedere. Ce la mostra. E questo richiede tempo (e questo è Cinema). Sono d'accordo con te quando affermi che non bastano una buona fotografia e una buona colonna sonora. Ed infatti il film non si riduce a questo: come ho detto, il risultato finale è più della somma dei suoi singoli elementi, e così deve essere in un buon film. Se no si parla solo di buona fotografia o di buona colonna sonora. Non penso che tu sia cinico, anzi da quel che scrivi emerge un animo intenso e appassionato. Ma no, credo che il film tu non l'abbia capito (o non lo definiresti senza senso, perché il senso ce l'ha eccome... rifletti sul riferimento a Flaubert). Ma non per mancanza di cultura. Probabilmente sei solo troppo giovane. O troppo quadrato. O entrambe le cose insieme. Io non sono americana, però l'ho apprezzato. E, specie nelle sequenze iniziali, mi ha ricordato enormemente Fellini. Ciao, a presto! Grazie della chiacchierata.

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