IL
SIGNORE DELLE MOSCHE
di
William Golding
Uno
di quei libri che sono una doccia gelida di acqua sporca, che ti
spalancano gli occhi e ti rivelano sulla natura umana più di un
saggio sull'argomento, semplicemente mostrandotela in tutto il suo
splendore (ehmm...).
Siamo
in un tempo imprecisato, nel mezzo di una guerra, ma non si sa
quale... Un aereo precipita, si salva solo un gruppo di ragazzini
inglesi e beneducati (esclusivamente maschi) che trova rifugio su
un'isola deserta modello Lost, ma priva di fenomeni strani, di Altri,
e di mostri... In teoria...
Non
ci sono adulti, non c'è traccia di civiltà. Ci sono soltanto loro,
i ragazzini. Il primo pensiero, quindi, è sopravvivere, cercare di
organizzarsi e spartirsi i compiti, creando dei ruoli, dandosi delle
regole. Fino a che... le regole vanno a catafascio, qualcuno assaggia
il potere e vuole conservarlo, ci si riscopre selvaggi e antisociali
con tendenze sociopatiche e saltano fuori paure ancestrali e nuovi
riti ideati ad hoc, barbari, brutali, omicidi. Gli studenti
regrediscono ad uno stadio animalesco, tra il mentalmente disturbato,
il superstizioso e il primitivo.
Non
tutti, però.
Ed
è per loro che le cose si mettono peggio.
Un
romanzo micidiale sulla corruzione insita nell'uomo, ferocemente
pessimistico, ma, purtroppo, realistico e credibile, capace di
scoperchiare terrori atavici, ingiustificati, irrazionali, che
emergono dirompenti, nefasti, contribuendo a deteriorare ed alterare
equilibri e prospettive (meraviglioso il dialogo tra Simone e la
testa di maiale). Allo stesso tempo, l'opera (scritta nel 1952) si
erge a paradigma dei Totalitarismi, analizzandoli nella loro origine,
sviluppo ed epilogo.
La
violenza è fisica, ma anche e soprattutto psicologica e spesso si
accompagna alla manipolazione, specie in riferimento ai più piccoli
(i ragazzini non sono coetanei, ma di età varia).
Può
darsi che la lettura non vi stimoli subito: la partenza è lenta, lo
stile non sempre lineare, e a volte i dettagli sfuggono o sembrano
superflui... Ma, se non siete troppo impressionabili, andate avanti,
ne vale la pena.
Per
il gusto immediato della storia, per le riflessioni che essa
contiene, per la curiosità che comincerà presto a divorarvi, per le
suggestioni primordiali, per quello che la lettura vi lascerà dopo,
ad agitarsi, a dibattersi, in un punto in ombra del vostro cervello,
in un angolo remoto del vostro cuore.
Un'esperienza
folgorante.
Pensa che una volta avevo cominciato a leggerlo ... ma poi mi sono arenato e non sono più andato avanti. Ed il curioso è che a leggere la tua recensione sembra quasi impossibile annoiarsi con questo libro ... ma a me è successo. Non è un libro che fa per me, non mi ha preso ... anche se sicuramente è un capolavoro nel suo genere
RispondiEliminaSecondo me è per via dello stile dell'autore: non è immediato, e ci sono addirittura dei brani che possono risultare un po' involuti. Potresti provare a dargli un'altra possibilità, magari quando sei davvero davvero rilassato e hai la giusta disposizione mentale. Di solito sono i personaggi e il modo si scrivere ad attirarmi in un libro, qui invece è proprio la trama che merita. E più vai avanti più migliora, la fine è super congestionata... Bax!
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