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giovedì 6 marzo 2014

Magistrale, perfetto...


LASCIAMI ENTRARE
di John Ajavide Lindqvist

 
Il film mi era piaciuto moltissimo (si veda post 12 novembre 2013) e così non ho potuto evitare di procacciarmi il romanzo. La trama è la stessa, ma qui (a meno che non sia la mia memoria ad ingannarmi) i personaggi e i dettagli si moltiplicano, si fanno più netti, distinti, la solitudine è più cosmica e disperata, a tratti soffocante, mentre la poetica, con l'incremento dei particolari e la riduzione dei silenzi, si ridefinisce acquisendo sfumature nuove, più realistiche, forse, ma meno suggestive, meno liriche. Il mondo in cui ci muoviamo sembra affogare nel malessere, senza redenzione.

Lo stile di Lindqvist, però, è magistrale, perfetto, e quella che nella pellicola appariva come lentezza (seppur non sgradevole) qui si avverte appena, assumendo, al là delle situazioni truculente, connotazioni fiabesche. Il ritmo quieto (ma incalzante) con cui la storia è scandita, infatti, fa parte del fascino e della meraviglia, e non solo non è noioso, ma contribuisce a creare un'atmosfera rarefatta che induce ad abbandonarsi alla narrazione.

L'orrore, sia esso un volto deturpato o la violenza di un'aggressione, è rappresentato con minuzia, ma, paradossalmente, non è mai raccapricciante, risultando piuttosto tragico, dolente, o solo terribilmente triste. E poi impariamo che in ognuna delle sue accezioni, l'orrore (persino quello “psicologico”), ha sempre due facce, due risvolti, una duplice possibilità di essere interpretato, e che i ruoli di vittima e carnefice, sovente, sono intercambiabili.

Dopo che si volta l'ultima pagina si ha l'impressione di conoscere molto meglio sia Eli sia Oskar. Nei loro tratti essenziali sono sempre gli stessi del film, eppure qualcosa cambia nella nostra prospettiva, come se adesso, per la prima volta, riuscissimo veramente a metterli a fuoco. Non sono più i bei personaggi di un racconto scritto col sangue: sono veri, vivi, fortemente sententi. E nelle loro vite c'è molto più dolore di quanto lasciasse intuire la pellicola.

A questo punto mi urgono altri titoli di questo stupefacente scrittore... Il mio prossimo acquisto sarà “L'estate dei morti viventi”, che, già a sbirciare la sinossi, pare riuscire a rinnovare ancora il trito tema degli zombie...

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