L'EVOCAZIONE
– THE CONJURING
di James Wan
(2013)
La
trama è quella classica della casa infestata, tipica della
filmografia Horror, molto simile ad Amityville, con qualche rimando a
l'Esorcista e, se proprio vogliamo, a Paranormal Activity...
Ma
se la serie di Amityville (contando anche il remake) e il relativo
reportage (o era un romanzo?) non mi avevano entusiasmato, apparendomi
piatti e fini a se stessi, The Conjuring, invece, è ben costruito, e
dotato di molta suspense calibrata con sapienza.
E
ciò sin dal prologo, sul cosiddetto caso “Annabelle” (una bella
bambolona indemoniata, che farebbe più paura di Chucky, la bambola
assassina – in realtà un bambolotto in salopette – anche senza
bisogno di essere posseduta): semplice, ma d'effetto, e in
particolare la rivelazione sulle vere intenzioni e l'identità della
presunta innocua bambina che la anima...
Niente
di che, si può obiettare, tutta roba già sentita... E' vero, ma
qui, anche quando viene rivelato l'ovvio, quello che qualunque fan
dell'horror ha capito dalla prima scena, la sensazione è comunque
sempre d'inquietudine, subdola e splendidamente insinuante.
Poi
parte la storia vera (anche nel senso di ispirata ad una storia vera,
pare... Come Amityville... che sia la stessa? Il periodo è quello,
inizio anni '70...). Si gioca con le porte che sbattono, sui rumori
improvvisi, sulle streghe dalle chiome fluenti e bisognose di un
parrucchiere... Ma ci sono anche quelle manine che appaiono dal buio,
quell'angosciante “battimani”, e la tizia che compare
sull'armadio, che con quella “delicata espressione di gioia
estatica” fa la sua dannata peppapiggosa figura...
Ho
urlato un più volte, e un paio abbastanza forte.
Il
ritmo è ottimo, con un crescendo notevole, che però permette anche
di prendere fiato ogni tanto... L'elemento più bello e innovativo,
però sono i personaggi: profondamente umani, realistici, dolci, che
in qualche modo recano conforto. Il cliché vuole che non si veda
l'ora che vengano massacrati, dando luogo ad un climax di angosce e
orrori: qui, invece, si solidarizza, ci si immedesima, si patisce per
loro. Sia per la famiglia che subisce l'infestazione, i Perron (con
le deliziose cinque figlie) che non si riduce a stereotipo, ma ispira
tenerezza e compassione, sia per la coppia di demonologi,
Ed e Lorraine Warren, affiatati, colti, gentili, interpretati da
attori all'altezza dei ruoli.
Davvero
un bel film, uno di quei rari horror che si possono vedere con
piacere più volte, anche quando si sa già come vanno a finire.
P.S.
Una
menzione speciale alla stanza-museo che raccoglie gli oggetti
demoniaci... I coniugi Warren la faranno pure benedire una volta al
mese tenendola chiusa col lucchetto, ma... tanto di cappello a
riuscire a dormire con questa bella bomba al piano di sotto, pronta a
deflagrare proprio nella tua abitazione.
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