GLASS
NO KAMEN
di Suzue Miuchi
Molti
dei manga che leggo sono soprattutto un atto nostalgico nei confronti
della mia infanzia nutrita di Anime, ma “La maschera di vetro”
(questa la traduzione del titolo originale), che pure ha ispirato il
cartone animato “Il grande sogno di Maya”, è invece per me un
autentico piacere, a prescindere dal passato...
E'
uno shojo, un fumetto per ragazze, con tanto di momenti romantici di
repertorio (di cui farei volentieri a meno), disegni passabili, ma
non eccelsi, e una certa verbosità... Ma quello che mi piace, che
davvero apprezzo, è che anziché essere incentrato su uno sport di
cui non mi importa nulla o sulle sterili peripezie della protagonista
(neanche troppo simpatica, e anzi a volte fastidiosetta) è
ambientato nell'affascinante mondo del teatro e narra il percorso di
crescita di questa ragazzina, Maya Kitajima, come persona e come
attrice, costretta a confrontarsi/scontrarsi continuamente con la
rivale Ayumi Himekawa, che rappresenta e incarna tutto ciò che lei
non è: laddove Maya è bruttarella, imbranata e povera, seppur
intuitiva e geniale, Ayumi è bellissima, ricca e privilegiata, non
toccata dal genio, ma talentuosa, intelligente e pronta ad impegnarsi
fino allo stremo per conseguire il suo obiettivo (non che Maya si
risparmi: a tratti siamo al livello di Mimì Ajuara che si allena con
le catene per giocare a pallavolo)... Perché solo una delle due
potrà interpretare “La Dea Scarlatta”.
Il
rapporto fra le antagoniste è comunque corretto ed edificato sulla
stima reciproca e sul rispetto: non c'è la solita “cattiva” che
non fa che imbrogliare e seminare zizzania (non mancano nemmeno
quelli, però)... Maya e Ayumi non sono amiche, ma in un certo senso
si completano a vicenda e il loro legame è ugualmente forte: ognuna
riesce a suscitare l'interesse e l'ammirazione del lettore, che, dal
canto suo, si sente coinvolto, si emoziona, assiste con
partecipazione a continue cadute e risalite, mentre i momenti di
sconforto si alternano a iniezioni di autostima, ambizione, devozione
e successo, magari raggiunto per vie oblique, inattese, ma sempre
impervie.
Altro
personaggio degno di nota è quello della signora Tsukikage, una ex
attrice (l'unica che sia mai stata all'altezza di interpretare la
Dea) dal passato parzialmente misterioso, nonché scopritrice di
Maya, dotata di carisma, di una vetusta beltà (a dispetto dello
sfregio che le deturpa il viso) e, per quanto mi riguarda, di una
latente e perversa forma di malattia mentale mista a bizzarro
sadismo...
La
serie (che per ora consta di 49 numeri, ed è iniziata prima che io
nascessi) è ancora in corso, benché pare sia prossima (si fa per
dire vista la luuuunga periodicità con cui vengo pubblicati i
tankobook) a volgere al termine...
Negli
ultimi episodi si dà molto spazio al dramma romantico, che in
principio rimaneva più sullo sfondo, ci sono frequenti “tragedie”
di stampo “soapoperistico” e un po' troppe seghe mentali, ma non
per questo si ha meno voglia di scoprire come finirà la storia!
Curiosità:
Il cartone animato del 1984 non copre nemmeno la trama dei primi 15
volumetti...
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