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giovedì 3 aprile 2014

Un autentico piacere


GLASS NO KAMEN
di Suzue Miuchi

 
Molti dei manga che leggo sono soprattutto un atto nostalgico nei confronti della mia infanzia nutrita di Anime, ma “La maschera di vetro” (questa la traduzione del titolo originale), che pure ha ispirato il cartone animato “Il grande sogno di Maya”, è invece per me un autentico piacere, a prescindere dal passato...

E' uno shojo, un fumetto per ragazze, con tanto di momenti romantici di repertorio (di cui farei volentieri a meno), disegni passabili, ma non eccelsi, e una certa verbosità... Ma quello che mi piace, che davvero apprezzo, è che anziché essere incentrato su uno sport di cui non mi importa nulla o sulle sterili peripezie della protagonista (neanche troppo simpatica, e anzi a volte fastidiosetta) è ambientato nell'affascinante mondo del teatro e narra il percorso di crescita di questa ragazzina, Maya Kitajima, come persona e come attrice, costretta a confrontarsi/scontrarsi continuamente con la rivale Ayumi Himekawa, che rappresenta e incarna tutto ciò che lei non è: laddove Maya è bruttarella, imbranata e povera, seppur intuitiva e geniale, Ayumi è bellissima, ricca e privilegiata, non toccata dal genio, ma talentuosa, intelligente e pronta ad impegnarsi fino allo stremo per conseguire il suo obiettivo (non che Maya si risparmi: a tratti siamo al livello di Mimì Ajuara che si allena con le catene per giocare a pallavolo)... Perché solo una delle due potrà interpretare “La Dea Scarlatta”.

Il rapporto fra le antagoniste è comunque corretto ed edificato sulla stima reciproca e sul rispetto: non c'è la solita “cattiva” che non fa che imbrogliare e seminare zizzania (non mancano nemmeno quelli, però)... Maya e Ayumi non sono amiche, ma in un certo senso si completano a vicenda e il loro legame è ugualmente forte: ognuna riesce a suscitare l'interesse e l'ammirazione del lettore, che, dal canto suo, si sente coinvolto, si emoziona, assiste con partecipazione a continue cadute e risalite, mentre i momenti di sconforto si alternano a iniezioni di autostima, ambizione, devozione e successo, magari raggiunto per vie oblique, inattese, ma sempre impervie.

Altro personaggio degno di nota è quello della signora Tsukikage, una ex attrice (l'unica che sia mai stata all'altezza di interpretare la Dea) dal passato parzialmente misterioso, nonché scopritrice di Maya, dotata di carisma, di una vetusta beltà (a dispetto dello sfregio che le deturpa il viso) e, per quanto mi riguarda, di una latente e perversa forma di malattia mentale mista a bizzarro sadismo...

La serie (che per ora consta di 49 numeri, ed è iniziata prima che io nascessi) è ancora in corso, benché pare sia prossima (si fa per dire vista la luuuunga periodicità con cui vengo pubblicati i tankobook) a volgere al termine...

Negli ultimi episodi si dà molto spazio al dramma romantico, che in principio rimaneva più sullo sfondo, ci sono frequenti “tragedie” di stampo “soapoperistico” e un po' troppe seghe mentali, ma non per questo si ha meno voglia di scoprire come finirà la storia!

Curiosità: Il cartone animato del 1984 non copre nemmeno la trama dei primi 15 volumetti...

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