FRASI
CARINE DEL RAGNO DA PICCOLO III
Io:
«Ma
non sei piccolo per usare il profumo?»
Ragno:
«No.
Ledi che è piccola la boccettina? Luol dile che è pe' i piccoli!»
(No. Vedi che è piccola la boccettina? Vuol dire che è per i
piccoli!)
Osservando
il Presepe...
R.:
«Queccia
è la Madonna! Cià pe' cadele!»
(Questa è la Madonna! Sta per cadere!)
Io:
«No,
Ragno. E' solo lievemente inclinata...»
R.:
«Cì!
Gadda: PUM!»
(Sì! Guarda: PUM!)
La
butta giù.
Ragno
vede che mater fa fatica a spostar il divano (sta lavando per terra):
«Te
lo spoccio io, quando ciono gande!»
(Te lo sposto io, quando sono grande!)
Chicca
(riferendosi a non so che): «Che
cos'è questa cosa schifosa?»
R.:
«Io?»
C.:
«No,
Etto, tu non sei una cosa schifosa.»
(Etto è il Ragno, sta per Ettore)
R.:
«Ah.
E' Otta?»
Ragno:
«Pecché non facciamo l'abbelo di Pasqua?» (Perché non facciamo
l'albero di Pasqua?)
R.:
«Non
loglio che mi tagli 'e unghie pecché cianno lumole.»
(Non voglio che mi tagli le unghie perché fanno rumore.)
R.:
«Papà
ha detto una palolaccia.»
(Papà ha detto una parolaccia)
Mater:
«Quale?»
R.:
«Ciubido.
Bisogna compale un alto papà, pecché queccio dice le palolacce e
non la bene.»
(Stupido. Bisogna comprare un altro papà, perché questo dice le
parolacce e non va bene.)
Ragno,
rivolto a me: «Tu
quando ciai il copeanno?»
(Tu quando fai il compleanno?)
Io:
«Il
13 luglio, in estate.»
R.:
«Io
quando ci ciono 'e candele!»
(Io quando ci sono le candele!)
Finisco
di fare il bagnetto al Ragno... Lui è preoccupato, chiede: «Mi
hai lalato bene?»
(Mi hai lavato bene?)
«Non
ne stai prendendo troppe?»
Domanda Mater al Ragno mentre il cucciolo fa razzia di caramelle a
casa della nonna.
R.:
«No.
Noi ciamo in tanti. Io ho: la Otta, il ciatello, Chicca, mamma, papà,
Addea, le ciolelle, Ciccio... E ho anche me.»
(No. Noi siamo in tanti. Io ho: la Otta, il fratello, Chicca, mamma,
papà, Andrea, le sorelle, Ciccio... E ho anche me.) Il fratello è
Andrea (Androide), le sorelle siamo solo io e Chicca. Ciccio è un
peluche.
R.:
«Ola
ciono gande: gadda cogia ciò ciale!»
(Ora sono grande: guarda cosa so fare!)
Ragno
accavalla le gambette.
Domanda:
«Chi
è la Madonna?»
R.:
«E'
una con la cogia (la cosa, il velo) in testa e sulla 'chiena (la
schiena) e ciotto i' (e sotto il) culo.»
R.:
«Pecché
lai a Genola?»
(Perché vai a Genova? - sede dell'Università)
Io:
«Perché
devo studiare.»
R.:
«Ce
no ti mettono in pigione?»
(Se no ti mettono in prigione?)
Io:
«No.
(...) Vuoi venire a Genova con me un giorno?»
R.:
«No.
Non poccio. Ce no mi delo pottale un libo da giugghiale, pecché lì
giugghiano ciolo.»
(No. Non posso. Se no mi devo portare un libro da studiare, perché
lì studiano solo.)
Io:
«Mi
dai un bacio?»
R.:
«Ti
do quello caduto pel tella.»
(Ti do quello caduto per terra.)
Chicca
chiede dei soldi alla mamma. Ragno interviene: «Guadda
che 'i ho anche io, i cioddi!»
(Guarda che li ho anche io, i soldi!)
C.:
«Bene.
Me li dai?»
R.:
«Eh,
ma non ciono quelli che luoi te...»
(Eh, ma non sono quelli che vuoi tu...)
Dopo
aver visto il Cartone Animato di “Bambi”:
R.:
«Ma
pecché i cacciatoli ammacciano i cevvi? Io non mangio canne di
cevvo... Ciolo canne di polli, di gegato...»
(Ma perché i cacciatori ammazzano i cervi? Io non mangio carne di
cervo... Solo carne di polli, di fegato...»
Io:
«Ma
il fegato è un animale?»
R.:
«Eh
cì. Il giegato è quello da ciale in padella...»
(Eh, sì. Il fegato è quello da fare in padella...)
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