TIM
BURTON
Non
sono tanti i registi che considero: in ambito cinematografico, al
contrario che in quello letterario, ho l'abitudine di affezionarmi
più al prodotto che al suo creatore... Ma Tim Burton... Tim Burton è
mio, nel senso che in lui ritrovo un po' di me, e dato che sono
narcisista... I love you, Tim!
Di
questo vecchio ragazzo apprezzo soprattutto la realtà che descrive:
malinconica, un po' tetra (ma in modo carino, gorgogliante, garbato)
fiabesca e bizzarra. E suoi personaggi: schivi, sul tristino andante,
spesso squisitamente ai margini della società, con una propensione
per la solitudine e magari una nota di follia. Sono struggenti e ti
spaccano il cuore dalla tenerezza! E poi l'immaginazione: Burton ne
ha tanta, sofisticata, visionaria... A volte troppa, nel senso che
tende ad ingarbugliarsi su se stessa e perdersi fra i colori, le
immagini, i meandri della suggestione... Ma quando Tim riesce a
metterle le briglie e direzionarla secondo il suo volere, allora è
un'esplosione che arriva fino al cielo!
Il
suo universo è personalissimo e coerente, sensibile e introverso.
Sfuggente. Talvolta corteggia la morte, ma è sempre permeato di
un'umanità profonda e piena di calore. Non importa se i protagonisti
sono mostri, o diversi, o fuori casta: in fin dei conti, chi non lo
è? E spesso trova posto anche l'ironia...
Concretizzando,
tra i suoi film ho adorato in particolare “Beetlejuice –
Spiritello Porcello” (1988), “Mars Attacks!” (1996),
“Frankenweenie” (2012), (di cui in giro per il blog si trovano le
recensioni, e all'uopo basta consultare i tags qui sotto o provare la
nuova funzione che il Mio Perfido Marito ha collocato nella colonna
di destra: “cerca nel blog”) e “Il mistero di Sleepy Hollow”
(1999). Però, nella sua filmografia, non ce n'è uno solo che non mi
sia piaciuto, nemmeno il criticatissimo “Alice in Wonderland”
che, d'accordo, è un po' lento e inconsistente, un po' vacillante a
livello di contenuti, ma così ricco di poesia e di strizzate
d'occhio psichedeliche che... amen!
Da
“La sposa cadavere” e “Big Fish – Le storie di una vita
incredibile”, invero, mi aspettavo qualcosa di più, ma non ci si
può comunque lamentare... E i disegni del cartone animato sono
stupendi!
In
ultimo, mi sento vagamente in colpa a menzionare appena “Sweeny
Todd”, “Ed Wood”, Edward mani di forbice” (che ha consacrato
uno degli attori-feticcio del regista: l'istrionico e versatile
Johnny Depp) e i suoi due “Batman”, tuttavia preferisco
soffermarmi su una delle amenità che di Burton amo di più: non un
film, ma un libro, il misconosciuto e stradelizioso: “Morte
malinconica di un bambino ostrica e altre storie”, che raccoglie 23
poesie “filastroccose” di natura bislacca, perle malate e
fantastiche (per menticelle ancor più malatine), che narrano di
piccoli emarginati e situazioni strambe (“La Bambina che si tramutò
in un letto”, “La Bambina dai molti occhi”, “Persico, il
Bambino Tossico”), illustrate con disegni dello stesso Tim, ancora
più belle, disperate e grottesche!
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