FATE
di Froud e Lee
A
metà tra il saggio e il libro di fiabe, uno dei volumi più
incantevoli che abbia mai avuto fra le mani: tanto che, davvero, non
pare possibile possa essere di questo mondo!
A
colpire sono innanzitutto le illustrazioni: piene di grazia, di
bellezza distillata, con un tocco di ferocia ed inquietudine quando è
necessaria, o di malizia, o di tristezza, cromaticamente
ineccepibili.
Ma
anche il testo è pregevole e raccoglie un sacco di curiosità e
aneddoti, per lo più tratti dal folklore anglosassone, irlandese e
nordico (con tanti ammiccamenti e citazioni da Shakespeare), relativi
al Piccolo Popolo. Non solo fate, dunque, ma anche folletti, elfi,
mostri e sirene...
Il
libro non è noioso, né didascalico, ed è ben lungi dallo
schematismo di un dizionario: il sapore è quello della favola,
raccontata con garbo, soffusa di un delicato stupore, come se gli
autori ti accompagnassero in un percorso di meraviglie e
trabocchetti, tenendoti per mano.
Prima
il Piccolo Popolo ci viene introdotto attraverso le sue abitudini e
tradizioni, poi tramite i suoi rappresentanti più caratteristici.
Non tutte le creature sono benevole, però. E non tutte sono belle in
senso classico. Alcune sono malvagie e ripugnanti, altre solo buffe e
dispettose. Ad esempio, io ho trovato particolarmente suggestivi il
terribile Berretto Rosso, uno dei Folletti più antichi, il cui
cappellino è tinto e ritinto nel sangue umano, o il Saltatore
d'acqua, una sorta di rana alata con l'occhio bieco che depreda i
pescatori gallesi.
In
generale, quello delle fate è comunque un mondo ambiguo, in cui
persino l'azione più innocua, come ballare, può rivelarsi
pericolosa, se non addirittura mortale. Compresi i casi in cui, in se
per sé, le creature non sono animate da cattive intenzioni.
Sia
come sia, questo è senz'altro un volume prezioso, incredibile da
leggere e da sfogliare.
Trastullandomi
su Amazon inglese ho notato che sono molti altri volumi di Froud e
Lee (o del solo Froud) sullo stesso genere... Arriveranno mai in
Italia? La speranza è sempre l'ultima a morire...
Curiosità:
il Dylan Dog n. 41, “Golconda”, di Tiziano Scalvi e Luigi
Piccatto (ai pennelli), è disseminato da disegni che sono
evidentemente ispirati da “Fate” (per non dire spudoratamente
copiati)...
Sono incredibili i collegamenti che riesci a fare ... dalle Fate a Dylan! Grande!
RispondiEliminaDicesi nerditudine... Comunque grazie! P.S. Finalmente mi dai del tu!
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