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venerdì 25 aprile 2014

Un volume prezioso


FATE
di Froud e Lee


A metà tra il saggio e il libro di fiabe, uno dei volumi più incantevoli che abbia mai avuto fra le mani: tanto che, davvero, non pare possibile possa essere di questo mondo!

A colpire sono innanzitutto le illustrazioni: piene di grazia, di bellezza distillata, con un tocco di ferocia ed inquietudine quando è necessaria, o di malizia, o di tristezza, cromaticamente ineccepibili.

Ma anche il testo è pregevole e raccoglie un sacco di curiosità e aneddoti, per lo più tratti dal folklore anglosassone, irlandese e nordico (con tanti ammiccamenti e citazioni da Shakespeare), relativi al Piccolo Popolo. Non solo fate, dunque, ma anche folletti, elfi, mostri e sirene...

Il libro non è noioso, né didascalico, ed è ben lungi dallo schematismo di un dizionario: il sapore è quello della favola, raccontata con garbo, soffusa di un delicato stupore, come se gli autori ti accompagnassero in un percorso di meraviglie e trabocchetti, tenendoti per mano.

Prima il Piccolo Popolo ci viene introdotto attraverso le sue abitudini e tradizioni, poi tramite i suoi rappresentanti più caratteristici. Non tutte le creature sono benevole, però. E non tutte sono belle in senso classico. Alcune sono malvagie e ripugnanti, altre solo buffe e dispettose. Ad esempio, io ho trovato particolarmente suggestivi il terribile Berretto Rosso, uno dei Folletti più antichi, il cui cappellino è tinto e ritinto nel sangue umano, o il Saltatore d'acqua, una sorta di rana alata con l'occhio bieco che depreda i pescatori gallesi.

In generale, quello delle fate è comunque un mondo ambiguo, in cui persino l'azione più innocua, come ballare, può rivelarsi pericolosa, se non addirittura mortale. Compresi i casi in cui, in se per sé, le creature non sono animate da cattive intenzioni.

Sia come sia, questo è senz'altro un volume prezioso, incredibile da leggere e da sfogliare.

Trastullandomi su Amazon inglese ho notato che sono molti altri volumi di Froud e Lee (o del solo Froud) sullo stesso genere... Arriveranno mai in Italia? La speranza è sempre l'ultima a morire...

Curiosità: il Dylan Dog n. 41, “Golconda”, di Tiziano Scalvi e Luigi Piccatto (ai pennelli), è disseminato da disegni che sono evidentemente ispirati da “Fate” (per non dire spudoratamente copiati)...

2 commenti:

  1. Sono incredibili i collegamenti che riesci a fare ... dalle Fate a Dylan! Grande!

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  2. Dicesi nerditudine... Comunque grazie! P.S. Finalmente mi dai del tu!

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