ALBEROCCHIO
Era
da un po' che non ammorbavo l'umanità con un mio disegno... Questo,
in particolare, ha un titolo orribilino, ma le congiunture astrali lo
hanno reso misteriosamente inevitabile. E' ispirato ad una stampa
giapponese, o ad un dipinto, forse, non ricordo... Risale ai tempi
dell'Università: all'epoca mi divertivo a sfogliare raccolte di
capolavori casuali, senza nessi fra loro, in cui si privilegiava
l'immagine al contesto artistico. Ecco dove avevo reperito la mia
Musa, ma non rammento altro. Probabilmente se mi impegnassi potrei
identificare l'opera, ma ci sono giorni in cui la contingenza te lo
impedisce. Oggi è uno di quei funesti dì.
L'orignale
era senza mostri, naturalmente. E senza occhio (forse al suo posto
c'era la luna piena, ma non ci giurerei).
Per
una volta ho usato anche le matite – e me ne sono pentita, sono
troppo chiare: blé! E io non sono brava ad usarle, specie se
acquarellabili –, mentre lo sfondo nero, dato che ero a corto di
colori, è stato realizzato con il sacrificio del mio fido pennarello
da lavagna magnetica (ne avevo – e va beh, ne ho! – due di Dylan
Dog... La nerditudine mi ha spesso indotta ad uno spropositato numero
di acquisti svergognati ed inutili, incluso lo zerbino di Dylan.
Fortuna che non avevano fatto anche la carta igienica di DD o me la
sarei dovuta procurare), e per questo l'originale cartaceo risulta
brillante in controluce.
Attenti.
Se lo fissate troppo a lungo potrebbe risucchiarvi.
Ho
deciso che ha questa proprietà.
Nessun commento:
Posta un commento