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domenica 6 aprile 2014

Un piccolo cult


GUIDA GALATTICA PER GLI AUTOSTOPPISTI
di Douglas Adams

 
C'è la Fantascienza, ci sono i romanzi comici... e poi c'è la Fantascienza Umoristica!

Nel caso di specie, siamo dinnanzi ad un piccolo cult, ad un classico fantasmagorico e frizzante che non mancherà di rallegrarci e stupirci, perché trabocca di trovate facete, buffe, assurde, e fantasiose, che letteralmente brulicano fra le pagine.

L'inizio può non apparire fra i più rosei... Arthur Dent, il protagonista, sta per perdere la casa in nome del progresso e delle infrastrutture: serve spazio per una nuova superstrada... Vi sembra giusto? Vi sembra democratico? L'interesse di un singolo deve soccombere di fronte all'interesse dei più? La Terra, il nostro povero, scalcinato pianeta, si trova in una situazione analoga e rischia la distruzione...

Arthur, però, riesce a scappare (noi, chissà...), scopre nuovi mondi, nuovi amici (che a volte non sono poi così nuovi), riesce a conservarsi Trillian, la fidanzata, bazzica lo spazio-tempo e vive una serie di rocambolesche avventure che spesso metteranno a repentaglio la sua incolumità (e magari anche la nostra sanità mentale)...

Devo essere onesta, il romanzo mi è piaciuto, è carino, divertente, ma forse non tanto quanto può sembrare dal mio entusiasmo d'ouverture. Non è che uno arrivi a sganasciarsi, insomma.

Ora cerco di ridimensionarmi e di essere più obiettiva (alcuni miei conoscenti osservano che mi esprimo normalmente per iperboli).

Le trovate ci sono, spesso adorabili, un tripudio di non-sense e di scoppiettii, ma non sono geniali. A volte sembrano persino eccessive, esagerate, artificiose. Non per sbaglio: il risultato è voluto, ma può stancare. Non arriva a compromettere il piacere della lettura, la curiosità resta, così la voglia di proseguire, ma mi impedisce di gridare al capolavoro. E, benché molti sketch siano deliziosi, altri sono un po' semplicistici, quasi banali (ma lo erano già nel 1979, all'epoca della pubblicazione?). Però... però ce ne sono altri che sono riusciti, il ritmo è buono, lo stile brillante, e talvolta, per apprezzare davvero una battuta, dobbiamo solo avere la pazienza di aspettare che gli eventi si manifestino fino alla fine. In altri casi le situazioni bizzarre possono nascondere un'ammiccante satira sulle eterne domande su cui eternamente si interroga l'Uomo...

Molto dipende da che cosa ci si aspetta.

Se si mira al capolavoro si resterà delusi, se invece si intraprende la lettura con serena, sovrana indifferenza, si resterà deliziati.

E allora farà piacere apprendere che, per quanto sia leggibile anche da solo, questo è solo il primo romanzo di una trilogia in cinque parti...

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