PER
IL POTERE DI GRAYSKULL
di
Alessandro “Doc Manhattan” Apreda
E'
sempre bello tuffarsi negli anni '80: questo mi ha indotta
all'acquisto del libro, un brevissimo saggio (126 pagine, ma scritte
giganti, da leggersi in un'orettina giusta giusta d'orologio)
interessante sotto molti profili, senza tante pretese e fruibile
anche per chi non c'era, simpatico ed evocativo, scritto in modo
ironico, non senza una certa inventiva e propensione a deliziosi
neologismi, disinvolto e scanzonato, quando è il caso critico...
Eppure altamente imperfetto.
Ci
sono alcuni passaggi esilaranti, carinissime le parentesi conclusive
di ogni capitolo con il tormentone “ti accorgi che sono passati
trent'anni perché...”, pagine più nostalgiche e tenerelle, ma...
ce ne sono anche di logorroiche, di troppo insistite, di quasi
noiose.
Inoltre
il punto di vista espresso è esclusivamente (e spesso miopemente)
solo maschile (quando si dà dell'idiota a Yu de “L'Incantevole
Creamy” , peraltro in modo obliquo, mi è venuta voglia di
accendere il camino, a dispetto del caldo e della stagione). E'
soprattutto per questo, credo (e forse anche per via della carenza di
pagine), che oltre a mancare un sacco di cose – musica, Tv,
riviste, giornalini, fumetti – avrei preferito una diversa
distribuzione degli spazi. Ad esempio: più film e telefilm (a
Indiana Jones e Guerre Stellari, giusto un accenno, mentre per altre
pellicole cult, come “Grosso guaio a Chinatown”, neppure una
riguzza striminzita, idem per “Visitors” o “SuperVicky”, per
citare due serie Tv...) e meno Bmx e pallone (con tutto che ho
impiegato un po' a capire che “le penne” sono – presumo – le
impennate)...
Ad
altre cose io sono semplicemente estranea e non mi ci riconosco: ad
esempio a tutta 'sta faccenda dello zaino Invicta: mai piaciuto (non
che fosse brutto, ma neanche aveva niente in più del Seven), mai
desiderato. Uno l'ho avuto, ma per caso (ed eravamo già negli anni
'90) e l'ho sostituito appena ho potuto con quello di Dylan Dog, che
mi era assai più confacente. Negli anni 80, per quanto mi riguarda,
il vero cult era lo zaino di Poochie, la cagnolina della Mattel con
le orecchie rosa e gli occhiali da sole: sarà che ero una
donzelletta, ma sarà anche che all'epoca ero alle elementari...
Peraltro Apreda non ha molti anni più di me... In quanto poi alla
mania di portare lo zaino su una spalla sola, benché io fossi una
bamboccina sensibile ed insicura, mi sono sempre fieramente rifiutata
di rovinarmi la schiena per assecondare una massa di cretini...
Comunque,
il punto è che mi aspettavo di più (soprattutto più nerdaggine,
più dettagli, più argomenti... e magari qualche immagine ogni
tanto), ma nel complesso l'opera è godibile e non richiede molto. Se
siete di quelli che amano gli anni 80, vi divertirà.
P.S.
Ho
dato un'occhiata al blog dell'autore: decisamente più carino, ricco
ed incisivo del cartaceo...
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