IL
CACCIATORE DI ZOMBIE
(Juan de Los Muertos)
di
Alejandro Brugués, 2011
Film
stranissimo, disseminato di gratuite crudeltà, amoralità dilagante
e risate di pancia, con molte idee geniali, scontri esaltanti, un po'
di strascicata stanchezza malinconica e discreto gore... Vulnerato
soltanto da una lieve lentezza, da un ritmo che di tanto in tanto
inciampa, che però, magari, può essere atmosfera...
No,
non storcete il naso, anche a me gli zombie hanno un po' stufato, ma
questa è senza dubbio un'opera diversa dalle altre e totalmente
originale!
Siamo
a Cuba, al cospetto di attacchi terroristici sempre più efferati: si
tratta dei dissidenti sovvenzionati dagli americani (questo ci ripete
la Tv), e si deve fare attenzione, perché persino il tuo vicino di
casa o il tuo migliore amico possono passare al nemico...
Intendiamoci, la situazione è sottocontrollo, ma bisogna stare in
campana...
Anche
se a Juan, un pescatore debosciato sui quaranta, e ai suoi amici
nullafacenti, Lazaro e California, la situazione non pare sotto
controllo proprio per niente... E, davvero, 'sti dissidenti sono
sempre di più, sono aggressivi e hanno la cavolo di abitudine di
cercare di azzannarti... E poi non crepano facilmente... Sono davvero
dissidenti? O qualche maledetta creatura soprannaturale? Però
l'aglio non funziona, e nemmeno esorcizzarli serve...
Insomma,
è chiaro no? Sono zombie!!!
E
possono fare la fortuna di uno che, come Juan, vive di espedienti:
così ci armiamo con quel che la fantasia ci suggerisce e mettiamo su
un'allegra e proficua società (alcuni membri, ad esempio Il Primo o
Cina, sono un'adorabile meraviglia), con l'alto scopo sociale di
riuccidere i vostri cari, appena risorti, in cambio di soldi...
L'elemento
più riuscito è il dileggio della censura di Regime, ma la satira va
anche in altre direzioni, includendo la persecuzione dei trans (Cina)
e il consumo di alcolici, dialoghi surreali e momenti squisitamente
grotteschi.
Anche
sul piano tecnico la pellicola non è malaccio: ci sono buoni
effetti, zombie subacquei, omicidi creativi, un bel po' di greggi di
vaganti (per dirla alla The Walking Dead), e alcuni combattimenti
niente male!
La
fine è una sorpresa, spledidamente coerente con il protagonista,
mentre i titoli coda “disegnati” sono molto incisivi, intonati
alla colonna sonora. I personaggi, però, non risultano
simpaticissimi (a parte i comprimari), e benché non si tratti della
solita carne da macello che non vediamo l'ora di vedere sacrificata,
pur avendo molti pregi e non pochi motivi di fascino, restano persone
orribiline.
E
anche se viene quasi naturale il paragone con “L'alba dei morti
dementi”, lo spirito è diverso. Pure qui si ride, ma con una certa
sofferta amarezza, con una logica più spietata, più amorale, e meno
scanzonata. Meno affetto per i protagonisiti.
P.S.
Citazioncina
volante del buon Rocco Siffredi (che secondo le mie fonti viene un
poco sottovalutato)!
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