Se ti è piaciuto il mio blog


web

domenica 25 maggio 2014

Quell'atmosfera di sospensione...


DANZA DELLE OMBRE FELICI
di Alice Munro

Quindici racconti brevi, di cui l'ultimo dà il titolo alla raccolta; primo libro della vincitrice del Nobel 2013, nonché primo che leggo tra i suoi.

Pare che gli altri siano migliori e più maturi, ma a me questo è piaciuto: per la sua levità che cela profonde risonanze, per la sua sensibilità, tutta femminile, attenta a quelle sfumature che un uomo di solito non nota, per lo stile puntuale, energico, un po' retrò, per quell'atmosfera di sospensione che sa creare ogni tanto e che pare preludere a qualcosa di eccezionale, che non avviene, fino a che non ti accorgi che invece lo hai appena vissuto...

Si parla di esclusioni (a tanti livelli differenti: dal mondo paterno, dalle amiche, nelle dinamiche del ballo scolastico, dai sentimenti di colui che fino a poco prima si aveva la convinzione essere il futuro marito...), di personaggi che non riescono ad integrarsi e che sperano di farlo, di rapporti sottintesi, delusi, frustrati, di pensieri sussurrati, di attimi inesprimibili, per pudore o per impalpabilità, e che tuttavia la Munro riesce a cogliere lo stesso, con una finezza psicologica che mi ricorda Elizabeth Strout (la quale, però, tende ad essere più dura, più severa).

Non sono difficili, per nulla, e nemmeno troppo malinconici, anzi rilassano, distendono, ed hanno un sapore intimo, personale, che pare cullarti, mentre ti scuote. Perché sotto taluni aspetti lo fanno, invitandoti a riflettere su situazioni che possono essere diverse, ma che siamo portati a vivere quotidianamente, dall'interno o dall'esterno, a seconda dei casi, e che qui vengono analizzate nel dettaglio, dando risalto a particolari che normalmente diamo per scontati o non afferriamo nella loro interezza. E perché, se le cose vanno male, non è che noi siamo costretti ad accettarle... Possiamo ribellarci, a modo nostro, ed evitare almeno la connivenza. Anche se spesso la nostra sarà una ribellione silenziosa, e puramente mentale...

Non ci sono soluzioni, infatti. Quanto piuttosto un percorso di apprendimento e scoperta, che poi è quella della vita. Fatta di dolcezza, ma anche di tanti momenti amari.

Tra tutti, il racconto che ho preferito è “Lo Studio”, ma non è il più bello, è solo che l'ho trovato affine al mio spirito: divertente, sognante ed esasperante in egual misura. Tra quelli che davvero considero i migliori (ma non ci sono grandi sperequazioni: la mia preferenza è determinata più dall'argomento che dai pregi letterari): “Le case bianchissime”, “Maschi e femmine” e lo stesso “Danza delle ombre felici”, che reca in sé una bellissima morale.

Dolente il quadro che si fa della provincia canadese. E anche tristemente realistico.

Nessun commento:

Posta un commento