OSAMA
GAME 2 – Il Gioco del re
LA
FINE?
Naturalmente
no, ci sarà almeno un altro seguito, annunciato nell'ultima pagina
con un bel “continua”.
Diciamolo
pure, dal punto di vista letterario questo romanzo è una schifezza.
Non sai che cosa è peggio: se i dialoghi forzati e artificiosi, i
sentimenti stucchevoli o eccessivi, in un senso o nell'altro, i salti
logici, i buchi narrativi, i personaggi piatti, che cambiano
improvvisamente personalità per pseudo motivi poco convincenti, le
descrizioni con sempre gli stessi aggettivi ('sto “prezioso” che
ricorre di continuo, spesso conferendo alle frasi un tono
artefatto)...
Dunque?
Perché l'ho comprato?
E'
il secondo volume, e questi difetti erano già evidenti nel primo (ed
anzi, se vogliamo nel secondo c'è persino un lieve miglioramento –
o sono io che, più consapevole, ho abbassato le mie
aspettative...). Quindi?
Quindi
la verità è che mi piace la trama.
Delle
parti splatter farei a meno (alcune sono piuttosto ridicole, ce n'è
forse una che ho trovato affascinante, ma viene sminuita dalle
reazioni poco credibili dei personaggi), ma mi diverte la situazione
di base, e poi sono davvero curiosa di sapere chi sia 'sto Re e come
possa infliggere concretamente le punizioni.
Temevo
che questo secondo capitolo fosse di mero passaggio, e si limitasse a
ripetere, con le debite differenze, la storia del primo, in un'altra
classe. Invece, benché l'incipit sia sostanzialmente lo stesso (e ci
siano alcuni comportamenti senza senso da parte del protagonista, il
solito Nobuaki, spacciato assurdamente come l'autore del romanzo),
diviene più incalzante, si procede più in fretta, ed è in una
continuity più stretta di quanto credessi. I comportamenti umani, in
generale, e a dispetto delle eccessivamente miopi reazioni iniziali e
di qualche personaggio votato alla più insensata follia, sono meno
deleteri, benché non manchino le esagerazioni in senso contrario.
Inoltre,
alla fine, qualche spiegazione viene pure data (assai farraginosa e
poco plausibile, ahimè, e, per ora, vicina alla cretinata
stratosferica), ma, nonostante deluda più che invogliare ad andare
avanti, la frasetta finale, che, non so se volutamente o per errore,
la scredita, inducendo invece ad attendere il terzo volume. Insomma,
tutto considerato, “Osama Game 2”non è così tremendo (sono
generosa, lo so...), e forse può ancora salvarsi in corner.
Di
positivo c'è anche che la faccenda scorre rapida, e non richiede
particolare attenzione, potendo essere interrotta spesso e risultando
piuttosto immediata. Come già avevo precisato in data 27 aprile 2013
riguardo al primo tomo, è quindi perfetta come lettura da treno.
Ogni tanto serve pure quella.
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