LA
FIGLIA DELLA FORTUNA
di Isabel Allende
Vagamente
collegato con “La Casa degli Spiriti” e, un po' di più, con
“Ritratto in seppia”, può essere tuttavia letto
indipendentemente da essi: i riferimenti, infatti, sono un mero
valore aggiunto per i nostalgici, che li apprezzeranno e si
esalteranno, ma non pregiudicheranno in alcun modo la lettura agli
altri.
Il
romanzo narra le avventure di Eliza Sommers, fanciulla cilena
allevata a Valparaiso da tre fratelli inglesi, e come tale destinata
ad una vita agiata. Lei, tuttavia, preferisce fuggire di casa,
all'inseguimento dell'amore della sua vita (che è anche il primo che
ha conosciuto), tale Joaquin Andieta, andato in California in cerca
di fortuna, ai tempi della corsa all'oro.
Uno
dei romanzi più ispirati della Allende: va bene, manca la dimensione
epica e fantastica de “La casa degli Spiriti” (niente fantasmi,
niente soprannaturale), ma ci sono dei bei personaggi (Tao più di
tutti), tanta umanità, tanto affetto, una forte volizione, emozioni,
peripezie tra il drammatico e il faceto, un'atmosfera piena e
rotonda, dagli echi sensuali, che ti coinvolge sin dalle prime righe
facendoti respirare passione e fame di vivere, ma anche la polvere
del far West, e poi... e poi c'è l'amore.
Io
odio le storie d'amore, ma questa mi è proprio piaciuta, anche
perché non va come ci si aspetterebbe. Ma molto meglio. E, se
vogliamo, ci mostra che cosa è davvero l'amore con la “A”
maiuscola, a dispetto di molte favole e romanzetti rosa.
Attualmente
questa soluzione (con tutto che è realistica e naturale) può non
sembrare così contro corrente, così fresca e spontanea, ma il
romanzo ha una quindicina d'anni sulle spalle e all'epoca, be', per
lo sviluppo della trama si poteva ancora considerare un vivace colpo
di scena.
Invero,
il plot non è eccezionale. Se si eccettua il particolare di cui
sopra non ci sono elementi di genialità: è semplice, lineare,
abbastanza comune. Ma è il modo in cui viene raccontato a renderlo
splendido, a tenerti incollato alle pagine: quello stile fatto di
intimità, di forza, di energia, alimentato da descrizioni superbe e
caratteri definiti e complessi... Quell'esigenza di assoluta libertà,
che fa rima con anticonvenzionale, ma senza forzature, solo perché
si ha la capacità di accettare il prossimo esattamente com'è e di
cantarne la bellezza, di adattarsi ad ogni situazione senza sgomento,
ma soprattutto con una punta di curiosità, scoprendo sempre nuove
cose, degli altri, ma ancor più di se stessi.
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