ANNA
KARENINA
di Lev Tolstoj
(con
spoiler)
Ma
non c'è solo Anna (personaggio bellissimo e sfaccettato, quanto
fragile e incerto, che pure io, dopo aver partecipato con trasporto
della sua sofferenza e della sua gioia, ho finito col ripudiare e
quasi a detestare per la sua debolezza), ma anche Stiva, Dolly,
Vronskji, che in qualche modo, in un senso sempre diversificato, ne
costituiscono il contraltare, e soprattutto Kitty e Levin, che
ameremo sopra gli altri e con più ardore (Levin, in particolare)...
La
fine è nota (e già nelle prime pagine se ne avverte il presagio),
ma bisogna arrivarci. Perché il romanzo, di ampio respiro, è carico
di avvenimenti, trame, sottotrame, approfondimenti e digressioni. E'
un intrico di relazioni, di amori frustrati, traditi, ricomposti o
non corrisposti, in un'epoca – fine '800 – in cui la questione
era più complicata che ai giorni nostri... Ma siamo ben lungi da un
polpettone stile soap opera perché lo scopo non è il vuoto
intrattenimento, ma l'analisi accurata dell'animo umano attraverso
personalità contrapposte e ben definite, che quasi assumono valenza
d'archetipo, rappresentando ciascuno un modo di essere autentico e
simbolico insieme.
Il
romanzo è impegnativo, sebbene scorra fluido e veloce, induce alla
riflessione, all'esame di sé, ed è tremendamente realistico: i
personaggi sono indagati a fondo, in ogni moto dell'animo. Si toccano
argomenti quali: la gelosia, l'afflato religioso e la crescita
interiore, l'ipocrisia e la passione, ma c'è spazio anche per il
confronto tra la vita cittadina e la campagna, il dibattito politico,
la critica della società.
Tuttavia
questi temi si sviluppano in modo antipodico a seconda dei
personaggi. Il parallelo principale è tra Kitty e Levin, che, grazie
alla devozione di lui e all'onestà di lei (e alla sua crescita
spirituale), coroneranno il loro sogno d'amore e conosceranno la
felicità, e tra Anna e Vronskji, la cui passione, invece, nascerà
nell'adulterio e che si sfalderà più per il sospetto e la gelosia
di lei, che per problematiche concrete (benché, certamente, ci sia
anche l'ipocrisia della società aristocratica con cui fare i conti,
la quale considera il tradimento come una moda, ma lo tollera solo
entro limiti prestabiliti... E il figlioletto di Anna, usato come
un'arma contro di lei).
Per
comprendere la vicenda sino in fondo, nella sua complessità e
implicazioni, è necessario innanzitutto familiarizzare con i valori
dell'alta società russa dell'epoca. Tolstoj ce lo permette,
mettendone in luce ogni elemento, facendocene sentire il peso e la
falsità, e quindi consentendoci di avvertire con esattezza quel
soffocante affanno che ha impastoiato Anna. Resta il fatto che se
altri protagonisti hanno avuto la forza di evolvere e migliorare,
Anna ha percorso la via inversa, fino alla rovina. E se di ciò
possiamo almeno parzialmente incolpare la società, al contempo siamo
tristemente consapevoli che, di fatto, la responsabilità è
principalmente la sua.
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