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mercoledì 7 maggio 2014

La fine è nota


ANNA KARENINA
di Lev Tolstoj
(con spoiler)

Ma non c'è solo Anna (personaggio bellissimo e sfaccettato, quanto fragile e incerto, che pure io, dopo aver partecipato con trasporto della sua sofferenza e della sua gioia, ho finito col ripudiare e quasi a detestare per la sua debolezza), ma anche Stiva, Dolly, Vronskji, che in qualche modo, in un senso sempre diversificato, ne costituiscono il contraltare, e soprattutto Kitty e Levin, che ameremo sopra gli altri e con più ardore (Levin, in particolare)...
La fine è nota (e già nelle prime pagine se ne avverte il presagio), ma bisogna arrivarci. Perché il romanzo, di ampio respiro, è carico di avvenimenti, trame, sottotrame, approfondimenti e digressioni. E' un intrico di relazioni, di amori frustrati, traditi, ricomposti o non corrisposti, in un'epoca – fine '800 – in cui la questione era più complicata che ai giorni nostri... Ma siamo ben lungi da un polpettone stile soap opera perché lo scopo non è il vuoto intrattenimento, ma l'analisi accurata dell'animo umano attraverso personalità contrapposte e ben definite, che quasi assumono valenza d'archetipo, rappresentando ciascuno un modo di essere autentico e simbolico insieme.
Il romanzo è impegnativo, sebbene scorra fluido e veloce, induce alla riflessione, all'esame di sé, ed è tremendamente realistico: i personaggi sono indagati a fondo, in ogni moto dell'animo. Si toccano argomenti quali: la gelosia, l'afflato religioso e la crescita interiore, l'ipocrisia e la passione, ma c'è spazio anche per il confronto tra la vita cittadina e la campagna, il dibattito politico, la critica della società.
Tuttavia questi temi si sviluppano in modo antipodico a seconda dei personaggi. Il parallelo principale è tra Kitty e Levin, che, grazie alla devozione di lui e all'onestà di lei (e alla sua crescita spirituale), coroneranno il loro sogno d'amore e conosceranno la felicità, e tra Anna e Vronskji, la cui passione, invece, nascerà nell'adulterio e che si sfalderà più per il sospetto e la gelosia di lei, che per problematiche concrete (benché, certamente, ci sia anche l'ipocrisia della società aristocratica con cui fare i conti, la quale considera il tradimento come una moda, ma lo tollera solo entro limiti prestabiliti... E il figlioletto di Anna, usato come un'arma contro di lei).
Per comprendere la vicenda sino in fondo, nella sua complessità e implicazioni, è necessario innanzitutto familiarizzare con i valori dell'alta società russa dell'epoca. Tolstoj ce lo permette, mettendone in luce ogni elemento, facendocene sentire il peso e la falsità, e quindi consentendoci di avvertire con esattezza quel soffocante affanno che ha impastoiato Anna. Resta il fatto che se altri protagonisti hanno avuto la forza di evolvere e migliorare, Anna ha percorso la via inversa, fino alla rovina. E se di ciò possiamo almeno parzialmente incolpare la società, al contempo siamo tristemente consapevoli che, di fatto, la responsabilità è principalmente la sua.

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